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San Frediano? Era irlandese. Come, scusi? Sì, ha capito bene. Era irlandese. Il simbolo della fiorentinità più fiorentina, più vera, il santo che ha dato il nome al quartiere più popolare, ancora oggi artigiano, chiassoso, autentico

San Frediano? Era irlandese. Come, scusi? Sì, ha capito bene. Era irlandese. Il simbolo della fiorentinità più fiorentina, più vera, il santo che ha dato il nome al quartiere più popolare, ancora oggi artigiano, chiassoso, autentico di Firenze – quello delle “ragazze di San Frediano –  veniva dall’Irlanda. Nel sesto secolo dopo Cristo. Il suo vero nome non è facile saperlo: probabilmente, fu soprannominato “Frigidanus”: l’uomo venuto dal freddo. Il freddo era qualcosa che contava molto, all’epoca. Anche il quartiere di Rifredi prendeva il suo nome dal Terzolle, il “rio frigidus”. Per dirne una. L’uomo venuto dal freddo si fermò prima nei dintorni di Pisa. Viveva di poco e di niente, e la gente cominciò a favoleggiare su di lui. A Pisa edificarono una chiesa in suo nome. Ma un giorno, Frediano venne a Firenze, per rendere omaggio a San Miniato. E a Firenze, si dice che realizzasse un miracolo: salvare la città da una piena dell’Arno, da un’alluvione. Frediano parlò alle acque e le fece abbassare. Per questo, proprio in riva all’Arno, fu edificata una chiesa in suo nome. Al Cestello. Gli irlandesi erano, e sono, gente tosta, dura e vera. Fiorentini idem. Per forza si sono trovati. E chissà: magari nel carattere di tanti abitanti di San Frediano, oggi, c’è qualcosa di irlandese. I Whisky Trail, il gruppo musicale che da anni coltiva la tradizione irlandese, e la porta al pubblico fiorentino e italiano, ha riscoperto questa storia. E ne ha fatto il punto di partenza del suo nuovo progetto. Un dvd e un cd “live” che si chiamano, appunto, “San Frediano. Un irlandese a Firenze”. Un bel progetto, tra l’altro. Nato dalla collaborazione tra una casa editrice, Polistampa, e una casa musicale, Amiata records. Con l’aiuto di provincia di Firenze e Mediateca regionale toscana. Il cd è un cd live, registrato al Saschall l’anno scorso. Il gruppo è al gran completo: Giulia Lorimer, prodigiosa voce e violino, con ancora la voglia e la grazia di ballare la giga; Stefano Corsi, che suona l’arpa celtica; Pietro Sabatini, chitarrista beatlesiano; Massimo Giuntini alla cornamusa, e Vieri Bugli, giovane violinista di grande talento. L’album sarà presentato per la prima volta al Saschall il 17 marzo, durante “Irlanda in festa”, il giorno di San Patrizio. Un altro santo venuto dall’Irlanda.
Data recensione: 09/03/2008
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Giovanni Bogani