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“Il 29 gennaio del 2008 il teatro in vernacolo fiorentino compie ufficialmente cento anni. Tanti ne sono passati dalla prima rappresentazione al Teatro Alfieri della commedia “L’acqua cheta” di Augusto Novelli”. Con queste

Un mondo di autori e attori rivive in un libro“Il 29 gennaio del 2008 il teatro in vernacolo fiorentino compie ufficialmente cento anni. Tanti ne sono passati dalla prima rappresentazione al Teatro Alfieri della commedia “L’acqua cheta” di Augusto Novelli”. Con queste parole si apre il libro “La commedia fiorentina in vernacolo” di Alessandro Bencistà, edizioni Polistampa. Ci sono foto e documenti, c’è la storia dei teatri e di tanti attori. Un teatro su tutti? Quello chiamato del cocomero, oppure quello della Pallacorda, o della Quarconia, o delle Logge. Gli autori? Da Novelli, il più famoso, a Nando Vitali, Giulio Svetoni, Ugo Palmerini, Giuseppina Viti Perazzuoli, Virgilio Faini. Per inciso, ma non troppo, l’elegante Nando Vitali era anche autore di canzonette e di poesie. Lavorava come giornalista in questo stesso giornale: nientemeno che come capo della redazione di cronaca. Esordì alla Pergola nel ’27 con “Lo zio d’America”, venti repliche e altrettante in provincia. Gli interpreti erano nientemeno che Garibalda e Raffaello Niccòli. Nel libro non potevano mancare la storia di Stenterello, personaggio fiorentino tuttora in auge, opera di un orologiaio, Luigi Del Buono, fiorentino di Rifredi, nato nel 1751, titolare di una bottega che si affacciava su Piazza del Duomo, dove allora c’era l’arco de’ Pecori. Stenterello, ha scritto un critico teatrale, non è una maschera, come Arlecchino o Pulcinella, ma “un carattere capace di insediarsi in qualsiasi realtà”. Nel libro sbucano a ogni pagina attori e autori famosi, Nanda Primavera, Cesarina Cecconi, Dory Cei, Giovanni Nannini, Guido Mazzuoli, Anna Piattoli, e ancora Giachetti, Bartioli, Sestini, Bianca Albertosi e decine di altri in una Firenze raccontata passo per passo. Uno degli episodi più curiosi ha per protagonista Luigo Bonelli, senese, 1892, laureato in giurisprudenza e irreparabilmente ferito in guerra. Scriveva commedie, ma il successo forse maggiore lo ottenne quando fu autore di una clamorosa beffa alla critica ufficiale, in genere abbastanza permalosa (esclusi i presenti).
Data recensione: 05/04/2008
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Giampiero Masieri