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Bulli, ignoranti e disadattati. La scuola italiana sarebbe capace di produrre poco più di questo, o meglio è ciò che ci viene fatto credere da bombardamenti di statistiche di vario tipo, spesso riprese e orchestrate dai

Bulli, ignoranti e disadattati. La scuola italiana sarebbe capace di produrre poco più di questo, o meglio è ciò che ci viene fatto credere da bombardamenti di statistiche di vario tipo, spesso riprese e orchestrate dai media. Ma è possibile che da una scuola italiana e proprio da quella che secondo alcuni soloni è ormai inutile e superata, ossia il liceo, escano due scrittori?La cosa farà certo meno notizia di tante altre, eppure meriterebbe veramente gli onori delle cronache: due ragazzi, alcuni docenti (in primis la loro insegnante di lettere, Sandra Mazzoni) un editore coraggioso e un sogno che diventa realtà.È quanto è successo a Lorenzo Mugnai e Lorenzo Righi, due studenti di Incisa e Figline – ora universitari – del liceo Vasari di Figline Valdarno. Un’amicizia che nasce tra i banchi di scuola, il comune amore per Tolkien e per il Fantasy, genere oggi amatissimo e non solo dai giovani; e così, è cominciato il loro cammino, o meglio Il cammino dei draghi, titolo della trilogia di cui Ali di pietra è il primo romanzo in uscita nelle librerie. Un’opera che ha convinto e entusiasmato subito chi ne ha seguito la gestazione, ed ha convinto un editore navigato e prestigioso come Pagliai (Sarnus/Polistampa) a pubblicare e lanciare, in una elegante veste editoriale, l’opera prima di due diciannovenni. Giovani ma chi si aspettasse di trovare un libro “da ragazzi” si sbaglierebbe e non poco. C’è sicuramente una freschezza di ispirazione tanto più apprezzabile in un genere ormai un po’ abusato; unita però a uno stile sorvegliato ed asciutto, senza quelle ingenuità o lungaggini che caratterizzano spesso la scrittura degli adolescenti. La trama ritorna ad uno schema antico ma sempre affascinante: la guerra tra bene e male, conflitto che non è solo e sempre “esterno”, ma si annida nell’intimo dell’animo umano. E giovani (forse con una punta di identificazione?) sono i due gemelli Kaylen e Karyal, che hanno appena terminato la loro formazione di guerrieri e tornano al villaggio per scoprirvi l’inizio di un conflitto ben peggiore di ogni loro immaginazione. Ancora una volta, una corsa contro il tempo e contro un potere malvagio, quello del mezzo-demone Zorak, che si snoda in un meccanismo narrativo ben congegnato e avvincente, ma senza concessioni ad effettacci di bassa lega; e soprattutto, con l’occhio ben fisso sui personaggi, sulla loro interiorità, posti in un regno di fantasia che però ha tanti punti di contatto con quello in cui viviamo. Un libro insomma che diverte e appassiona, ma fa anche riflettere, soprattutto considerando che il messaggio viene da due giovani; un motivo, finalmente, per guardare a un futuro meno catastrofico di quel che si crede. I due Lorenzi sono ormai transitati dal liceo scientifico alle facoltà di fisica e informatica, ma la loro avventura continua. Del resto il Fantasy può per sua natura ben coniugare l’esperienza umanistica con quella scientifica; anzi può essere un eccellente esempio di come possano fecondarsi a vicenda. Quel che è certo è che è in preparazione la “seconda puntata”, Alba di Guerra. C’è da augurare ai due giovani romanzieri tutto il successo che meritano: per il valore del libro, ma anche perché il loro traguardo possa diventare il sogno di altri ragazzi.
Data recensione: 15/03/2009
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
Autore: Domenico del Nero