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Ormai sono considerati gli enfant prodige del fantasy italiano. Lorenzo Mugnai e Lorenzo Righi, ventunenni, toscani, dopo aver dato alle stampe, nel 2009, il ponderoso romanzo “Ali di pietra” (oltre 400 pagine), escono, in questi giorni, con un nuovo roma

Ormai sono considerati gli enfant prodige del fantasy italiano. Lorenzo Mugnai e Lorenzo Righi, ventunenni, toscani, dopo aver dato alle stampe, nel 2009, il ponderoso romanzo “Ali di pietra” (oltre 400 pagine), escono, in questi giorni, con un nuovo romanzo, altrettanto ponderoso: “L’alba della guerra”. Secondo appuntamento della trilogia progettata “Il cammino dei draghi”. Stesso editore: Sarnus, etichetta di Polistampa.  Anche “L’alba della guerra” è ambientata nelle Terre Elette, che attestano sul Grande Lago, cui si aggiungono, questa volta, i Domini Liberi. La guerra è tra il bene e il male. Il male rappresentato da Zorak, un demone. Dall’altra parte, sette Eredi, giovani, che hanno avuto la ventura di vedersi appioppato un destino piuttosto complicato. A condizionarli, un drago bianco. “Gli incredibili poteri ereditati dal Drago Bianco Ulric, che gli Eredi manifestarono, permisero la sconfitta dell’esercito nemico e la salvezza del regno umano”. Ma devono fare i conti con il loro lato oscuro.  Mugnai e Righi hanno preso la stesura del primo romanzo come una sorta di gioco diverso dai soliti e, per questo, più divertente. Poi, visto il successo, hanno cambiato registro, e si sono messi a scrivere il secondo a tutto pensando tranne che a un gioco. Li avvicinano a due specialisti del calibro di Licia Troisi e Cristopher Paolini. Ma loro confessano, candidamente, di rifarsi ai maestri, tipo Tolkien, Martin e Ursula Le Guin.  Non raccontano come portano avanti la scrittura a quattro mani. Di sicuro, tra loro c’è grande feeling, nato sui banchi di scuola e cementato dall’amore per il fantasy. Non l’ha scalfito nemmeno la scelta diversa dell’università. Mugnai studia fisica e astrofisica, amando poesia e scrittura. Righi, invece, frequenta la Facoltà di lingue e letterature straniere.
Data recensione: 03/04/2010
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: Riccardo Cardellicchio