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«Le vie intitolate a Palmiro Togliatti devono essere dedicate ad altri personaggi, lui non le merita». La provocazione (se di provocazione si tratta) è dell’ex sindaco del Partito comunista italiano ed ex consigliere provinciale della Margherita

Bardelli a ruota libera: attacco ai massoni e agli ex Pci. Le esternazioni del politico durante la presentazione del libro sulle sue esperienze
«Le vie intitolate a Palmiro Togliatti devono essere dedicate ad altri personaggi, lui non le merita». La provocazione (se di provocazione si tratta) è dell’ex sindaco del Partito comunista italiano ed ex consigliere provinciale della Margherita (poi Italia dei valori, poi indipendente) Renzo Bardelli. L’ex primo cittadino pistoiese ha parlato di questa idea durante la presentazione del suo libro ‘Memorie comuniste’ (edizioni Sarnus-Polistampa) in cui racconta la sua storia politica. Assieme alle dichiarazioni sulla presenza di massoni nelle file del Partito democratico e alle accuse all’ex presidente della Provincia Gianfranco Venturi, la «proposta» è stata subito rilanciata dalle agenzie di stampa innescando un fiume di polemiche e reazioni.
Fra i leader nazionali del Pci-Pds, Bardelli elogia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, l’ex segretario nazionale Achille Occhetto e Walter Veltroni. «Persone perbene», afferma l’ex sindaco degli anni ’70 e ’80. Di tipo diverso le opinioni su Enrico Berlinguer, secondo Bardelli «segretario di un Pci incapace di fare i conti con la storia» e su Massimo D’Alema, «vecchio burocrate sempre a galla, che oggi manovra Bersani e si vede in che condizioni è ridotto il Partito democratico».
Ma il giudizio più sprezzante è verso uno dei fondatori del Partito comunista d’Italia, ministro di Grazia e giustizia nei primi governi Cln del dopoguerra. «Quante vie Togliatti ci sono in Italia? Togliamole. — suggerisce Bardelli —. Se Togliatti fu, come fu, connivente con il terrore di Stalin, che è stato un criminale, le vie Togliatti spariscano». L’ultima parte del libro è dedicata agli scontri nel partito a livello locale, culminati con le elezioni regionali del ‘90, quando, «il segretario regionale del Pci era Vannino Chiti, e il partito arrivò a usare procedure profondamente antidemocratiche per la scelta dei candidati». Bardelli era tra gli esclusi.
Data recensione: 06/06/2010
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: ––