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Carlo Lapucci da molti anni raccoglie storie popolari nella nostra regione, fermando nel tempo personaggi e leggende, offrendo pubblicazioni che hanno lasciato il segno in molte generazioni. Ecco arrivare in libreria «Fiabe toscane. Le più belle storie»,

Carlo Lapucci da molti anni raccoglie storie popolari nella nostra regione, fermando nel tempo personaggi e leggende, offrendo pubblicazioni che hanno lasciato il segno in molte generazioni. Ecco arrivare in libreria «Fiabe toscane. Le più belle storie», edito dalla Sarnus e che ci permette di recuperare racconti che sembravano ormai persi nel tempo, nel frettoloso quotidiano. Chi non ricorda di aver letto, sognato o fatto vivere boschi incantati animati di strani eroi, da Dodicino a Gianni Stento, Panicuzzo, Tovaglino apparecchia apparecchia, Pochettino, La Capra Ferrata, quella terribile che aveva un corno diritto e uno storto ed era il terrore di tutti i bambini che la sera uscivano di casa senza permesso e se ne andavano per i boschi. Tutta la Toscana è attraversata dai racconti raccolti da Lapucci, c’è proprio il gusto, il sapore di una popolazione a tratti irriverente, un po’ scorbutica e appassionata di favole che vanno dall’ironico alla più profonda narrazione. Per Carlo Lapucci questa è una riproposta davvero significativa, è innanzitutto il segno che ai racconti misteriosi e popolari si vuole ancora credere, anche da un punto di vista editoriale, che c’è ancora spazio per la fantasia ‘sotto casa’ ma soprattutto che non vuole morire il gusto del racconto, della tradizione orale. Si legge nella prefazione che «queste narrazioni, considerate letteratura per l’infanzia, appartengono invece ad ogni età: dopo che il sapere scientifico ha spogliato il mondo di qualsiasi rappresentazione meravigliosa, esse ci raccontano la storia dimenticata delle forze telluriche e celesti che presero forma di divinità, quindi furono ninfe, geni, spiriti e seguirono l’uomo nella discesa dal paradiso dell’identità primigenia con la natura». Nulla di più vero. È il risultato, agile e divertente, di un lungo lavoro di raccolta che Carlo Lapucci ha svolto nel tempo, lasciando alle più giovani generazioni un immenso patrimonio.
Data recensione: 06/02/2011
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Massimo Biliorsi