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Tutti sanno che sono quattro i quartieri storici di Firenze di cui tre sulla riva destra del fiume (San Giovanni, Santa Maria Novella e Santa Croce) e uno sulla riva sinistra (Santo Spirito).

Tutti sanno che sono quattro i quartieri storici di Firenze di cui tre sulla riva destra del fiume (San Giovanni, Santa Maria Novella e Santa Croce) e uno sulla riva sinistra (Santo Spirito).
Meno nota è la distinzione dei fiorentini nati “di là d’Arno”, non in Santo Spirito, ma a Gavinana, quartiere costruito agli inizi del Novecento sul trecentesco tracciato della via di Ripoli che conduceva verso sud-est, anticamente chiamata Piano di Ripoli.
Il quartiere prende il nome dalla battaglia di Gavinana del 3 agosto1530 – località dell’attuale comune di San Marcello Pistoiese – dove le milizie della Repubblica Fiorentina, guidate da Francesco Ferrucci, si scontrarono con quelle di Carlo V (durante l’Assedio di Firenze del 1529-30) e dove si racconta che Ferrucci, gravemente ferito, abbia pronunciato contro Maramaldo, capitano dell’esercito imperiale, che stava per colpirlo, la famosa frase “vile, tu uccidi un uomo morto”.
Del quartiere di Gavinana fa parte il “Bandino”, originariamente piccolissimo borgo medioevale composto da otto casupole, edificate alla fine del XIV secolo, intorno al palazzo dei Bandini chiamato anche Villa del Bandino.
Potete immaginare la piacevole sorpresa di chi, nata in via del Bandino, ha saputo dell’uscita del romanzo storico “I trabocchetti del Bandino” di Lorenzo Andreaggi, anche lui del Bandino e alla ricerca del “vicolo”! Per i tipi di Sarnus, un’opera realizzata attingendo a fonti storiche, a leggende tramandate, ad interviste alle persone più anziane del Bandino, a cui Lorenzo ha saputo aggiungere una sana dose di umorismo così da far transitare la “maledizione del Bandino” attraverso i secoli tra realtà e fantasia.
“Nel lontano 250 d.C., ai margini di una città in forte espansione chiamata Florentia, c’era una fortezza abitata da un potente indovino. Scacciato dalla sua dimora dai signori della città, si vendicò gettando sulla zona una terribile maledizione: pregò il demonio che tutti i futuri abitanti fossero condannati a litigare tra loro e a soffrire per il resto della vita.”
Così inizia il racconto di Andreaggi che narra le vicende del borgo pieno di misteri, dove, nel 1376 si trasferisce il giovane nobile Antonio Alberti e dove accadrà veramente di tutto: amori sfortunati e tradimenti, incantesimi prodigiosi ed efferati omicidi.
Alberti, come i vari personaggi che gli succedono nel romanzo, si trova di fronte a trappole, passaggi segreti, enigmi da svelare e segreti troppo terribili per poter essere rivelati.
Fra spy story e leggenda popolare, un racconto che ben si muove in periodi diversi della storia fiorentina, con interessanti descrizioni di luoghi e personaggi, più o meno famosi, fino ad arrivare ai tempi della seconda guerra mondiale e... anche un ipotetico futuro.
Data recensione: 21/04/2011
Testata Giornalistica: Arte e Arti
Autore: Adele Tacchi