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Quante volte gli hanno chiesto: «Artusi, ma è quello del libro di ricette? Chissà come si mangia bene a casa sua...». E lui, tutte le volte, pazientemente, ha spiegato di non essere Pellegrino ma Luciano

Quante volte gli hanno chiesto: «Artusi, ma è quello del libro di ricette? Chissà come si mangia bene a casa sua...». E lui, tutte le volte, pazientemente, ha spiegato di non essere Pellegrino ma Luciano, e che l’autore del più famoso libro di cucina d’Italia (La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene) è solo un suo parente alla lontana, vissuto peraltro dal 1820 al 1911. Adesso però Luciano, con il figlio maggiore Ricciardo, si è messo davvero a pubblicare ricette, e domani per i tipi di Sarnus uscirà A tavola con gli Artusi (448 pagine, 18 euro).
Il libro esce a distanza di 120 anni dalla prima edizione dell’Artusi e contiene oltre 400 ricette «di cui 257 nostre – spiega Luciano – e 150 di Pellegrino, ma abbiamo messo solo quelle praticabili, cioè fatte con ingredienti ancora oggi reperibili. Mi sono sempre detto, quando smetterò di fare ricerche storiche, inizierò a seguire la tradizione di Pellegrino e nel frattempo ho messo da parte, in tutti questi anni, centinaia di ricette ascoltando e osservando la mamma, le sorelle, la zia e così via. Questo – prosegue lo scrittore di cose fiorentine nonché storico punto di riferimento del Calcio in livrea – è stato possibile anche grazie all’impegno di Ricciardo, che ha aperto una attività legata alla gastronomia di qualità e al nome di Pellegrino Artusi».
Le ricette contenute nel volume – accompagnate da una presentazione del critico enogastronomico Leonardo Romanelli e impreziosite da illustrazioni, commenti arguti e aneddoti divertenti in puro stile “artusiano” – gettano un ponte tra passato e presente, mostrando come la tradizione della buona cucina sia ancora viva e vegeta sulla nostra tavola come in libreria.
«Questo libro – conclude Luciano Artusi – secondo me è molto indicato per le giovani coppie che si sposano. Anche perchè si tratta di ricette tutte genuine, senza intrugli e anche veloci, come serve al nostro tempo».
Data recensione: 31/05/2011
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
Autore: Antonio Patruno