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Cicogna arrosto, volpe alla brace, spezzatino di tasso. Porcospino al sugo, cigno con le arance. Perfino gatto in umido e ragù di corvo.

Cicogna arrosto, volpe alla brace, spezzatino di tasso. Porcospino al sugo, cigno con le arance. Perfino gatto in umido e ragù di corvo. Ricette impensabili, politicamente scorrette, per qualcuno probabilmente disgustose.
Eppure tutte parte della tradizione secolare culinaria italiana, come spiega Tebaldo Lorini nel suo libro Ricette proibite (Sarnus, pp. 80, euro 10), un volume destinato a suscitare discussioni e polemiche che uscirà a marzo in libreria. Chi ha detto che certi animali si possono mangiare e altri no?
Le leggi in materia sono diverse da paese a paese, come lo sono del resto usi e costumi, storia e tradizioni.
Il gusto cambia anche col passare del tempo, e adesso alcune ricette sono diventate un classico da pranzo domenicale mentre altre non possono più essere nemmeno nominate.
Lorini, esperto di folklore e tradizioni gastronomiche, passa brevemente in rassegna le abitudini alimentari dei popoli antichi, per poi arrivare alle usanze più recenti, magari quelle dei nostri nonni, mostrandoci come pietanze che oggi non presenteremmo mai ai nostri ospiti fossero una volta di uso comune.
I trenta piatti che seguono, corredati dalle deliziose illustrazioni a colori di Marta Manetti, sono accompagnati da consigli sulla preparazione delle carni e su modi e tempi di preparazione: un invito ad accettare la sfida e scoprire in cucina “il gusto del proibito”.
«Avete mai assaggiato il porcospino al sugo? E i cosci di volpe alla brace? Probabilmente no. E nemmeno la zuppa di tartaruga o lo scoiattolo in umido. Magari è capitato ai genitori o ai nonni: questi piatti prelibati, infatti, hanno fatto parte della nostra tradizione culinaria, anche se oggi nessuno li proporrebbe ai propri ospiti.
Ma forse tutto dipende dalla confidenza che abbiamo con un animale. “Non mangeremmo mai il cane che ci scodinzola intorno, né il gatto che si struscia alle nostre gambe, ma anche i nostri amici a quattro zampe sono stati, in più di un’epoca, oggetto di attenzioni alimentari.
E a volte basta uscire, anche di poco, dalle nostre città per ritrovare qualcuno dei piatti descritti in questo libro: ricette gustose, impensabili”.
Data recensione: 26/02/2012
Testata Giornalistica: Nuovo Corriere
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