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Istrice al sugo. Cosci di gatto selvatico. Arrosto di volpe alla brace. Spezzatino di tasso. Scoiattolo in umido. Mangereste uno

Istrice al sugo. Cosci di gatto selvatico. Arrosto di volpe alla brace. Spezzatino di tasso. Scoiattolo in umido. Mangereste uno di questi piatti? O piuttosto non fareste un salto sulla sedia, se ve li trovaste offerti in menu? Secondo un proverbio cinese “si può mangiare tutto quello che è vivo e si muove sulla faccia della Terra”. Ma per noi occidentali oggi non è così: esistono animali perfettamente commestibili ma tabù. Eppure, in un passato a volte non troppo lontano, anche dalle nostre parti si è mangiato di tutto: vuoi per necessità, vuoi per curiosità e per diverso approccio culturale al mondo animale. Il catalogo delle ricette politicamente scorrette e “proibite” lo ha fatto Tebaldo Lorini, studioso toscano di folklore e tradizioni, in un agile e provocatorio saggio di recente pubblicazione. Una lettura “ per stomaci forti”, molto curiosa e ricca di aneddoti. In materia gastronomica, naturalmente, è la familiarità e la vicinanza di certi animali domestici a fare per noi la differenza. Ma tutto dipende da geografia, cultura e circostanze. Noi gustiamo volentieri il coniglio, che invece i popoli anglosassoni non toccano perché per loro è un animale da compagnia. Ma soprattutto certe ricette, è la tesi del libro, sono oggi impensabili perché “si è sciolto il filo che ci legava in passato alla fame”. Per fortuna.
Data recensione: 06/06/2012
Testata Giornalistica: L’Allevatore Magazine
Autore: Luca Baldazzi