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Riscoprire parole ormai dimenticate oppure insegnare ai giovani il colorito senso di certe espressioni: ecco “Il vocabolario del vernacolo fiorentino e toscano

Viaggio attraverso le parole

Riscoprire parole ormai dimenticate oppure insegnare ai giovani il colorito senso di certe espressioni: ecco “Il vocabolario del vernacolo fiorentino e toscano”, un’accurata ricerca di Alessandro Bencistà edito da Sarnus. Un viaggio attraverso le parole della nostra regione, con tutte le possibili derivazioni città per città: come non risentire la frasi della nonna che attraversavano leggere la nostra infanzia. Ci mancava un libro così, ci mancava quel “cincischiare nazzicare, fra lo sbaluginare di quel rinfocolare parole e verbi”. Un libro che “ringalluzzisce” quei focolai mai spenti della nostra memoria: ci voleva un vocabolario attento e completo, per ricominciare ad adoperare espressioni che fanno parte ancora della nostra vita, bastava togliere quello strato di inutile contemporaneità che ci fa usare poche e strette parole, magari di chiara derivazione inglese, tanto per essere al passo con questi futuribili giorni digitali. Invece Bencistà ci riporta sulla terra, sulla nostra terra, dove planiamo con senza una patina di vera emozione, guardando prima lenti i colli fiorentini, la lunigiana, l’aretino, la maremma, le dolci colline senesi. Da quell’inutile “pimpinnacolo” del presente ci ritroviamo subito immersi in uno studio profondo, completo, lasciando le “paturnie” del quotidiano, per un saggio che possiamo semplicemente definire “ganzo”. Prendete dunque il vostro “traicche”, andate in libreria dove vi aspetta il vocabolario che fa “veni’ i lucciconi” agli occhi, giusto per “cittini e grandiglioni”, da tenere accanto al mitico Sesto Caio Baccelli, giusta lettura dopo una sana cena di casa nostra, insomma, meglio del “vermutte” che ci ha regalato una vecchia zia.
Data recensione: 20/01/2013
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Massimo Biliorsi