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C’è tutta la Toscana garbata e ironica, felicemente retrò, nel romanzo di Marco Teglia «Il popolo va agli Uffizi» ovvero «Racconti di campagna», edito da Sarnus

Romanzo di Marco Teglia

C’è tutta la Toscana garbata e ironica, felicemente retrò, nel romanzo di Marco Teglia «Il popolo va agli Uffizi» ovvero «Racconti di campagna», edito da Sarnus. E si può raccontare chi eravamo attraverso diverse chiavi di lettura, ma il romanzo popolare resta quello più vero, ma anche quello più avvincente, che ci porta proprio nel cuore di questo colorato microcosmo. Marco Teglia ama questo raccontarsi, e stavolta sceglie la narrativa, attraversando colline e aprendo vecchi armadi della memoria adoperando le vicende del contadino Guerrino Anchioni, detto «Il Popolo », che è stato una delle anime più incisive non solo della ‘sua’ Valdinievole. Il periodo è quello più caro ai racconti popolari, l’inizio del XXsecolo, quando i primi accenni di modernità andavano ancora d’accordo con i cicli immutabili della terra. E questo piccolo universo si raccoglie attorno a divertiti personaggi, in un tono letterario che non ci fa più distinguere il vero dal fantastico, quello che accade veramente dalle favole che si tramandano. Il lungo e serrato dialogo fra Il Popolo e la sorella è un esempio di teatro popolare che è il segno dell’amore burbero che sfocia sempre nel ricordo di «quando s’era ragazzi». In fondo queste tante piccole storie, fra una lettura un po’ distratta dell’immancabile Sesto Caio Baccelli, sono l’essenza di un popolo oggi privo di quella marcata personalità che lo ha sempre contraddistinto. Recuperare quella marcata identità è un passo che si lega anche a quella ricchezza che per i toscani, per dirla alla Malaparte, passa dalle mani e arriva alla bocca, a quel parlare che si aggiunge alle mani, mai ferme, che creano nuovi modi di intendere la vita. «Il popolo va agli Uffizi» ci ricorda che la saggezza contadina passa da Platone e si fa plasmare come un’opera di Michelangelo, passa scanzonata in bicicletta come nella poesia di Penna, guarda il sole nascere, crescere e morire al di là di quella collina che raramente abbiamo sorpassato.
Data recensione: 14/04/2013
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Massimo Biliorsi