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Un pot-pourri di ricordi, proverbi, racconti, versi, consigli e aneddoti che una provetta narratrice, sul filo dei mesi dell’anno, passando leggera da un tema all’altro, trasforma in una piacevolissima lettura.

Un pot-pourri di ricordi, proverbi, racconti, versi, consigli e aneddoti che una provetta narratrice, sul filo dei mesi dell’anno, passando leggera da un tema all’altro, trasforma in una piacevolissima lettura. C’è tanto odore di buona cucina in queste pagine, vicende e situazioni di quando il focolare era il centro della casa, anzi, era la casa: non linda e asettica come un’infermeria, ma un ambiente caldo, vivo, dove tutti trascorrevano la maggior parte del tempo, senza il cicaleccio della televisione. Quando la cucina dispensava non solo calore ma anche sapienza, esperienza, amore...Cose di un altro mondo.
Non un inno nostalgico al passato tuttavia, ma un libro gioioso e scoppiettante, divertente dalla prima all’ultima pagina. Lasciamoci dunque incantare da Miriam Serni Casalini, che ha tante cose da raccontare, come ogni nonna che si rispetti, che allegra e imprevedibile improvvisa filastrocche, che dedica un’ode alla memoria del maiale, sacrificato al piacere del palato. Un libro da leggere tutto d’un fiato, grazie al quale alla fine, oltre ad aver passato qualche ora lieta, saprete anche perché lo stracotto non è adatto alle donne in carriera...
E per non lasciarvi a bocca asciutta, dopo tanto parlare di cucina, troverete, anch’esse scandite secondo i mesi dell’anno, le ricette che compendiano il meglio della tradizione toscana.
Ci pare significativo, per comprendere la filosofia che accompagna il libro, la conclusione dell’autrice: «Avrei ancora ricordi e ricordi. Nella mia cucina vi ho passato tanto tempo. Ma ora basta. In queste pagine ho messo giù una macedonia male assortita, meglio dire, una pastasciutta assai arruffata, un buglione, insomma. Visto che di cibo si tratta, spero che almeno sia gustoso. Vorrei chiudere questa chiacchierata con le parole con le quali Alessandro Manzoni chiude I promessi sposi (mi scuserà per l’ardire il sciur Lisander): "(...) se non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta (...) Ma se invece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta". Grazie!»
Data recensione: 01/01/2013
Testata Giornalistica: Premiata salumeria italiana
Autore: ––