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Leggende, racconti brevi, fiabe e aneddoti: in una parola “novellette”, briciole preziose di una forma di conoscenza antica. Sono storie appartenenti alla tradizione orale

Leggende, racconti brevi, fiabe e aneddoti: in una parola “novellette”, briciole preziose di una forma di conoscenza antica. Sono storie appartenenti alla tradizione orale che hanno percorso i secoli per arrivare fino a noi parlandoci di uomini e donne, bambini e animali, angeli, diavoli e folletti, re e soldati. Tutte insieme formano «La bibbia dei poveri» (Sarnus editore, 22 euro, 365 pagine, www.sarnus.it), raccolta da Carlo Lapucci, noto studioso di tradizioni e linguistica popolare. Il risultato è un prezioso scrigno eterogeneo che contiene, passandoli in rassegna, religione, santi, passioni, vizi e virtù, corrispondente alla visione del mondo che ebbero non tanto i sapienti e i filosofi, quanto gli analfabeti, gli umili, le persone comuni dotate però di grande senso pratico. Una visione concreta della vita e ancorata al reale, che ha bilanciato nei secoli quella “alta” e ufficiale. Un po’ come le immagini semplici e approssimative che si trovavano in certi chiostri o sui muri dei loggiati dei cimiteri attraverso le quali i fedeli conoscevano le figure, gli eventi, i misteri delle scritture e che erano appunto dette «Bibbia dei poveri».
Data recensione: 27/10/2013
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Guglielmo Vezzosi