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È una narrazione dalla nitidezza cartesiana, degna di una rappresentazione teatrale, quella offerta dalle parole, e dalle immagini

È una narrazione dalla nitidezza cartesiana, degna di una rappresentazione teatrale, quella offerta dalle parole, e dalle immagini che da esse scaturiscono, di Francesco Bausi nel suo libroScandalo Machiavelli – Un intrigo fiorentino, pubblicato dalla casa editrice Sarnus, nella collana La Toscana racconta diretta da Antonio Pagliai. Ti sembra quasi di vederlo il buon Niccolò, magari affacciandoti dalla finestra in una tipica stradina del centro di Firenze, che se ne va trafelato in giro per la città, bofonchiando un po’ contro tutti! Cosa gli sia successo è presto detto: siamo sul finire del mese di maggio del 1510 e lui, segretario della seconda cancelleria della Repubblica fiorentina, è stato accusato, con una tamburazione, ovvero una denuncia anonima, di sodomia eterosessuale. Da questo episodio, storicamente documentato, parte e si sviluppa il caso letterario, frutto dell’invenzione creativa dell’autore che immagina, in un crescendo di suspense, un Machiavelli impegnato nel tentativo affannoso di smascherare i suoi accusatori ed evitare una condanna che comprometterebbe la sua carriera politica. Con un’esposizione fatta tutta di dialoghi e monologhi in prima persona, scelta stilistica questa che rende scorrevole ed avvincente la narrazione e al tempo stesso aiuta il lettore ad immedesimarsi nel protagonista, entrando senza filtro nei suoi pensieri, nelle sue riflessioni e vivendo quindi tutto attivamente e in corso d’opera, il racconto dei tre intensissimi giorni in cui si articola il libro è il frutto perfetto di una fantasia storica, quella di Francesco Bausi, appunto, professore universitario di filologia, profondo conoscitore e massimo esperto di Machiavelli. Un Bausi che in queste pagine però smette, per così dire, le vesti ufficiali di studioso, membro, tra l’altro, del comitato scientifico dell’Edizione Nazionale delle Opere di Machiavelli e responsabile già di numerosi saggi e volumi sull’argomento, per offrire a chi legge una storia di fantasia nella quale ha voluto in qualche modo, come egli stesso ha affermato durante la presentazione di Scandalo Machiavelli alla libreria IBS.it di Firenze, «divertirsi con Machiavelli, affrontandolo da uomo a uomo», creando un’intimità con lui ed attualizzandolo attraverso un giallo ben strutturato, spassoso, a tratti irriverente, ma al tempo stesso fonte continua di ispirazione per numerose riflessioni a sfondo politico, non solo sulla realtà fiorentina cinquecentesca ma anche, e forse ancora di più, sulle condizioni attuali della nostra Italia.
Un testo scritto da un fiorentino su un fiorentino non poteva non avere come fil rouge proprio la “fiorentinità”, quell’insieme di elementi caratteristici che marchiano in maniera inequivocabile chi è nato in riva all’Arno, senza barriera temporale che tenga. La ritrovi nel carattere del protagonista, nella vena polemica che accompagna costantemente i suoi monologhi e che prende a bersaglio ora la città e i suoi abitanti ora i suoi colleghi, ora i politici: insomma ne ha veramente per tutti! E tu lettore, soprattutto se fiorentino, non puoi fare a meno di sorridere affettuosamente al pensiero che nasce dal considerare che, alcune espressioni polemiche del Machiavelli siano le stesse che ascolteresti oggi prendendo un autobus in Piazza della Repubblica, il Mercato Vecchio del racconto, o passeggiando tra i banchi del mercato centrale; tutto ciò, quasi a voler dare, in un certo senso, ulteriore conferma, volutamente o no, ad una delle critiche più frequenti che vengono mosse a Firenze ovvero il suo immobilismo: «Firenze è una città immobile, conservatrice, da decenni sempre le stesse facce, la stessa gente che comanda, guai a spostare di un palmo anche solo una cacca di cane». Il tutto è tenuto insieme da un’altra caratteristica peculiare del fiorentino medio, l’ironia: «noi fiorentini scherziamo su tutto, preferiamo perdere un amico piuttosto che rinunciare ad una battuta». Un’ironia però non fine a se stessa ma efficace, usata in maniera sapiente per suscitare una riflessione più profonda accompagnata da un sorriso. «A Firenze siamo boni solo a far questo, a andare ai matrimoni e ai funerali, a godere delle nostre battute di spirito, a prendere tutti per il culo. Ma non bastano le belle risposte a governare il mondo!».
Senza ombra di smentite si può tranquillamente affermare, dunque, che quello di Bausi è un vero e proprio racconto dai toni machiavellici non solo nella vicenda vera e propria ma anche nella sua costruzione letteraria, nei discorsi, nei dialoghi, nelle riflessioni del protagonista e dei tanti suoi interlocutori. E se tutti questi elementi non fossero ancora sufficienti ve n’è un altro, più costruito, che mette al libro il sigillo di opera degna di una mente machiavellica ed è dato dal ricercato gioco che l’autore ha imbastito e ci offre tra le pagine ricche di citazioni. Come ha notato, sempre durante la presentazione, il professor Riccardo Bruscagli, in una precisa ed attenta analisi del testo, quello che si inscena è un vero e proprio «gioco di slittamenti testuali, di microcitazioni, di traslazioni di pezzi di opere, da Il Principe o da La mandragola, ma anche dal Manzoni, dislocati sulla bocca dei vari personaggi che costellano il racconto e che ingannano il lettore che crede di leggere Bausi, ma in realtà sta leggendo Machiavelli stesso». Ma l’inganno stavolta colpisce tutti, anche, quasi per una legge del contrappasso di dantesca memoria, il protagonista: l’arguto uomo politico viene beffato, nella vicenda narrata, in modo crudele e sarà proprio una prostituta, in fondo, a rivelargli come siano andate effettivamente le cose. Un volume, dunque, che può essere affrontato a più livelli e che non corre il rischio di stancare nessuno: né il dotto che si sentirà, probabilmente, sfidato in questo gioco letterario a scovare le varie citazioni delle opere e ad attribuirle ai legittimi proprietari, e neppure, soffermandoci ad un livello meno aulico ma non per questo meno interessante, il giallista che resterà comunque divertito dall’intrigo scandaloso; e conquisterà sicuramente anche il semplice appassionato di libri che, sorvolando sulle questioni filologiche, potrà gustarsi un bel confronto di tempi e di realtà storiche. E chissà magari, poi, avrà anche voglia di approfondire la sua conoscenza di Niccolò Machiavelli, decisamente sempre attuale, di saperne di più su una delle intelligenze più acute del Rinascimento italiano spinto proprio da quelle curiosità letterarie, politiche, e storiche che Bausi, ora nelle vesti di sapiente professore universitario, ha saputo suscitare molto abilmente nei suoi studenti/lettori.
Data recensione: 08/07/2014
Testata Giornalistica: Dietrolequinte.it
Autore: Maria Grazia Ramirez