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Sono passati 50 anni dall’alluvione più disastrosa della storia di Firenze e Andrea e Fabrizio Petrioli ci regalano una pubblicazione che ricostruisce, nei minimi dettagli

Sono passati 50 anni dall’alluvione più disastrosa della storia di Firenze e Andrea e Fabrizio Petrioli ci regalano una pubblicazione che ricostruisce, nei minimi dettagli, il drammatico evento ed i giorni che vi fecero seguito.
Un racconto preciso e puntuale, arricchito con tante immagini dell’epoca, che consente di tornare a quel 4 novembre del 1966 e rivivere uno dei momenti più difficili per Firenze. Le pagine del libro scorrono, come le acque dell’Arno, per raccontarci una storia che parte da molto lontano. “Firenze e il suo fi ume”, un legame secolare di prosperità, ma anche di paura: un lungo ed accurato elenco ricorda le alluvioni che hanno flagellato la città a partire dal 500 d. C.
L’ultima di questa lunga lista è sicuramente la più drammatica e gli autori la ricostruiscono passo dopo passo. I giorni di pioggia ininterrotta e le avvisaglie della tragedia, con le prime esondazioni nelle campagne e nei paesi a monte di Firenze; poi, alle 7,26 del 4 novembre la massa di acqua e fango travolge il centro storico.
Prende il via, così, il diario della tragedia con foto che mostrano le zone più colpite della città e i livelli raggiunti dall’acqua nelle varie strade, ma anche dei giorni successivi con immagini di una Firenze martoriata, sommersa dal fango e dalla nafta. E una volta ritiratesi le acque inizia la conta dei danni. Furono 1.500 – di cui 800 in modo grave – le opere d’arte danneggiate: dipinti, affreschi, sculture, mobili, arredi, arazzi, paramenti sacri. Biblioteche ed archivi, con il loro prezioso materiale cartaceo così difficile da restaurare, furono duramente colpiti: alla Biblioteca Nazionale 1.300.000 pezzi danneggiati, al Gabinetto Viesseux 250.000 volumi sommersi, all’Accademia dei Georgofili 35.000, all’Archivio dell’Opera del Duomo 6.000 volumi e 55 corali miniati. I numeri del disastro non si fermano qui.
Le vittime dell’alluvione furono 35 - 17 a Firenze e 18 nei Comuni della provincia - 4.000 le famiglie che rimasero senza tetto, 18.000 quelle alluvionate, 700 strade invase dalle acque, 30.000 automobili danneggiate, 925 (su 1.210) cabine dell’elettricità distrutte, 8.500 imprese (su 10.000) alluvionate. L’agricoltura toscana ebbe danni per 34 miliardi di lire.
I fiorentini si rimboccarono le maniche per salvare la città ed a loro è dedicato un capitolo del libro. Un elogio al loro orgoglio, alla loro capacità di reazione, ma anche al loro “spirito”. Le ultime pagine sono infatti la testimonianza di come i fiorentini, da sempre, siano capaci di sdrammatizzare, con feroce ironia, anche le vicende più tragiche. Trascorsi i primi giorni dal disastro iniziarono ad apparire curiosi e sarcastici manifesti fatti in casa, per denunciare carenze, ritardi e problemi. Un sarcasmo che prendeva il posto della rabbia, che strappava anche un sorriso, e che continuava ad essere, nel presente come nel passato, la miglior energia di una città che non si sarebbe mai arresa.
Data recensione: 01/10/2016
Testata Giornalistica: San Sebastiano
Autore: Silvia Nanni