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C’era una volta «Cioni ti odia». Ora invece, «Cioni ti ama». Questo il titolo del suo libro, pubblicato da Sarnus e pr

C’era una volta «Cioni ti odia». Ora invece, «Cioni ti ama». Questo il titolo del suo libro, pubblicato da Sarnus e presentato ieri, in anteprima, all’Obihall. Segno dei tempi che cambiano? Lo «sceriffo» si è addolcito? «No, no, commenta lui. Dentro sono sempre sceriffo, ma con gli anni si diventa più saggi». E poi, quella dichiarazione d’amore è dedicata soprattutto a Firenze. Quella stessa città che ieri ha risposto in modo straordinario all’invito, riempiendo l’Obihall con quasi 600 persone. Ma anche se Cioni non odia, qualche sassolino nella scarpa vuole toglierselo. Non addita nessuno, ma mette sotto accusa il sistema, che troppo spesso condanna gli indagati prima dei processi. «E io sono fra i fortunati — commenta — visto che dopo otto anni sono stato assolto perché il fatto non sussiste. Qui ci sono anche persone come Gianni Conti: ha fatto il carcere e solo dopo è stato assolto». Il riferimento è all’ex vicesindaco Dc di palazzo Vecchio, costretto a dimettersi nel 1992 con accuse pesantissime come associazione a delinquere e concussione. «Ci sono troppe vittime della mala giustizia — continua Cioni -. Persone che vengono processate e condannate dall’opinione comune prima di qualsiasi tribunale». Ad aprire la serata ci sono le immagini del TgR del 18 novembre 2008, con l’indagine che travolse gli assessori fiorentini Cioni e Biagi, insieme all’imprenditore Salvatore Ligresti. E poi il video di Cioni che affronta i suoi colleghi di partito con un «dovrete seppellirmi vivo, perché se la questione fosse stata un’altra magari mi sarei anche tirato indietro, ma un’accusa di corruzione no, non posso accettarla».
Sul palco ricordati da passi del libro, sfilano i protagonisti degli anni trascorsi fino all’assoluzione del 2016. Gli avvocati Annalisa Parenti e Pasquale De Luca, la giornalista Annalisa Chirico dell’associazione «Fino a prova contraria», il presidente del consiglio regionale Eugenio Gianni (autore della prefazione), gli ex direttori della Nazione Umberto Cecchi, Marcello Mancini e Gabriele Canè, l’ex direttore della TgR (oggi di Pensalibero) Nicola Cariglia. Ma in sala ci sono molti altri fiorentini. Gli onorevoli Lorenzo Becattini (Pd) che ha pure cantato “caro Cioni ti scrivo” stile Dalla e Tea Albini (Mdp), alla quale è dedicato il libro, l’assessore di Palazzo Vecchio Federico Gianassi, Susanna Agostini cioniana doc, renziani come Mauro Grassi, Alessandro Del Taglia (Udc), la consigliera comunale Stefania Collesei (Mdp), Nicola Nascosti (ex consigliere regionale del Pdl), Massimo Mattei (altro ex di Palazzo Vecchio) e Pieraldo Ciucchi, che è stato segretario regionale del Psi. E ancora il patron del Bisonte Wanni Di Filippo, il questore Antonio Intini o il suo predecessore Francesco Tagliente. Ma Cioni ha voluto avere accanto soprattutto chi ‘vive’ ogni giorno a Firenze: poliziotti, artisti di strada e i vigili, la passione dell’assessore-sceriffo. A loro, è andato anche un premio: è stato assegnato ad Andrea Rossellini, che ha salvato una ragazza in Arno, a Melania Cartei e Michela Casilli, che hanno sventato un furto e poi protetto il ladro dal linciaggio. 
Data recensione: 28/04/2017
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Lisa Ciardi