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Don Giuseppe Cioni arrivò a Campi Bisenzio nel 1932: per 31 anni (fino alla morte, nel 1963) è stato priore della chiesa di San Martino a Campi.

Don Giuseppe Cioni arrivò a Campi Bisenzio nel 1932: per 31 anni (fino alla morte, nel 1963) è stato priore della chiesa di San Martino a Campi. Un parroco animato, si direbbe oggi, da «creatività pastorale». Maria Serena Quercioli ne ha cercato la memoria, tra documenti dell’epoca e testimonianze dirette: da questa ricerca è nato un libro, «Don Giuseppe Cioni. Un sacerdote artista», pubblicato da Sarnus nella collana «Religione e religiosi in Toscana». Ricordi, testimonianze e fotografie (quello che si è salvato dopo l’alluvione del ‘66) che raccontano di un prete innovatore: i campi da tennis, inaugurati nel 1953, furono i primi campi da tennis parrocchiali in Italia. Anticipando i tempi, seppe investire nello sport e nello svago: la pista di pattinaggio e il teatrino da lui realizzati negli anni a seguire richiamarono fedeli da diverse parrocchie. Uomo di fede e cultura, amico di Ardengo Soffici e Giovanni Papini, si dedicò con attenzione alla cura dei luoghi a lui affidati. Al suo arrivo negli anni Trenta, da giovane prete (era nato nel 1902 a Poggibonsi) aveva trovato una chiesa «vecchia e abbandonata». Con gli anni la trasformò in un piccolo gioiello, portando avanti un imponente restauro e arricchendo l’edificio con alcune sue opere di arte sacra. Molti suoi lavori sono andati purtroppo perduti o dispersi, altri restarono nella chiesa (come il Cristo in pietà nella lunetta del portale) o in alcuni tabernacoli. Il libro, che si sofferma anche sulla vita quotidiana nella campagna fiorentina del dopoguerra e degli anni successivi – una vita legata alle tradizioni religiose, al lavoro e ai momenti ricreativi – è il ritratto di un sacerdote precursore dei tempi, un prete artista capace di trasmettere l’amore per la musica, il canto, la pittura e la scultura, senza perdere mai il filo conduttore della propria missione: diffondere la parola di Dio. Il libro comprende anche un’introduzione di Simona Manetti, architetto che con gli ultimi restauri si è presa cura della chiesa. La prefazione invece è scritta da don Renzo Ventisette, uno dei tre preti originari di San Martino: fu proprio don Giuseppe Cioni, racconta, ad accompagnarlo al seminario minore di Montughi nel 1953. Rileggere i ricordi raccolti in questo libro, scrive, gli ha permesso dopo tanti anni di «entrare nella vita del priore e poterne apprezzare l’ingegnosità, l’arte e la lungimiranza pastorale apprezzata anche dal cardinale Dalla Costa».
Data recensione: 07/02/2021
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: ––