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Chi ha vissuto a Firenze la stagione religiosa e politica del secondo dopoguerra leggerà con interesse questo svelto lavoro che ripercorre le

Mario Lancisi, “Croce e Martello. Cattolici e comunisti in Toscana da La Pira al PD (1947-2007)”, Firenze, Sarnus – Leonardo Libri, 2021, pp. 96, € 12


Chi ha vissuto a Firenze la stagione religiosa e politica del secondo dopoguerra leggerà con interesse questo svelto lavoro che ripercorre le dinamiche interne alla Chiesa e alla Democrazia Cristiana segnate soprattutto dalla figura carismatica del prof. Giorgio La Pira, terziario domenicano e democristiano senza tessera del partito. Personaggio di eccezionale levatura morale e intellettuale, non lo si capisce senza un riferimento costante all’Evangelo e alla fedeltà indiscussa alla Chiesa (ubi Petrus… ), ma pronto anche a rivendicare con forza l’autonomia del laicato contro gli eventuali (frequenti) “sconfinamenti” della gerarchia ecclesiastica in materie proprie della società civile. A Firenze, negli anni Cinquanta e Sessanta, andò costituendosi intorno a La Pira un laboratorio avanzato di esperienze ecclesiali (e politiche), ma ci pare che il “professore” fu un “padre” che non si riconobbe mai pienamente nei “figli”. Basti ricordare, per fare un esempio notissimo, che egli fu sempre, a nostro parere, intimamente contrario alla rottura verificatasi per i fatti dell’Isolotto (1968) andando a parlare con il parroco anche poche ore prima dell’assemblea popolare di quel fine ottobre (che sancì la definitiva rottura fra la parrocchia e l’ordinario diocesano). Il libro racconta brevemente ma efficacemente soprattutto la vita politica e amministrativa del sindaco “santo” o “rosso”, a seconda dei giornali, che sarà impegnato anche sul fronte internazionale con coraggiose iniziative promosse in Palazzo Vecchio come i “Convegni per la Pace e la Civiltà Cristiana” e dei sindaci delle principali città del mondo, progetti di tale spessore da porre quasi in secondo piano i nostri ministri degli affari esteri. Ricordiamo anche che fu presidente della conferenza internazionale delle città gemellate (con il sogno irrealizzato di poter parlare in tale veste all’assemblea dell’Onu). Sono poi presentati alcuni esponenti della vita cattolica fiorentina in epoca lapiriana: ampio spazio è dato soprattutto a don Lorenzo Milani e al leader della sinistra democristiana Nicola Pistelli, ma anche altri nomi sono qui ricordati per illustrare la tortuosa via del dialogo fra cattolici e comunisti sfociato in tante esperienze che danno la misura della diaspora cattolica evidenziata nel libro. Altri ancora potevano essere ricordati, come don Bensi o il prof. Fabrizio Fabbrini, assistente di La Pira a diritto romano e anch’egli, come don Milani, “condannato” come obiettore di coscienza. Un’ultima annotazione che ci sentiamo di condividere pienamente su La Pira e sulla sua posizione politica, e che riportiamo da pagina 29: “Il professore fiorentino ha avuto sempre il suo riferimento politico nella DC [ma è stato] un rapporto vissuto in maniera autonoma e atipica. Si potrebbe anzi dire che il vero partito di La Pira è stata la Chiesa. Le sue scelte politiche le confrontava e cercava di condividerle con il papa e il suo vescovo anziché con i segretari della DC”. E d’altronde il suo carteggio con papa Montini ne è la prova più certa ed evidente. Ci permettiamo di riportare una memoria raccontata dallo stesso La Pira, un episodio avvenuto in treno nei giorni seguenti alla morte del segretario comunista Palmiro Togliatti (21 agosto 1964). Mentre leggeva alcuni giornali tutti [?], un sacerdote che viaggiava nello stesso scompartimento ebbe ad esclamare: “Meno uno!”. E La Pira: “Mi scusi, reverendo, ma lei ha mai pregato per Togliatti?”. Non fa perciò meraviglia, almeno per noi, che prima di ogni importante iniziativa politica scrivesse alle monache claustrali...
Data recensione: 25/12/2021
Testata Giornalistica: Corrispondenza
Autore: Silvano Sassolini