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Cosa sia la “Pesca del Giunti”, vecchio detto livornese, lo sanno solo i toscani. Diciamo che il proverbio finisce con “… e pesci punti!”.

Cosa sia la “Pesca del Giunti”, vecchio detto livornese, lo sanno solo i toscani. Diciamo che il proverbio finisce con “… e pesci punti!”. In pratica si resta ammollo fino alla vita senza riuscire a pescare alcunché per lungo tempo. È una sintesi mirabile e beffarda che racchiude l’anima del romanzo di Franco Poggianti, un viaggio antropologico, colto ma in vernacolo, nella Livorno popolare degli anni Sessanta, alla ricerca di quello che eravamo, siamo e potremmo essere, sempre con leggerezza, autoironia e il messaggio recondito che la felicità sta nelle piccole cose. Lo stile ricorda il primo Stefano Benni, quello di Bar Sport, con quei personaggi molto caratterizzati e una trama a sfondo giallo che gioca con se stessa, quasi diventa parodia, con il colpevole che salta fuori molto prima della fine. L’intreccio è una scusa per raccontarci altro. La Livorno anni Sessanta è lo specchio dei vizi e delle virtù italiche dell’epoca ancora lì, attuali come non ti aspetti. C’è spazio per l’atrocità della guerra che lascia i suoi segni per decenni, per le condizioni degli ultimi, il sottoproletariato come si diceva all’epoca, sempre inascoltati e marginalizzati, per le differenze di genere più marcate di oggi ma sotto sotto simili. E sullo sfondo le azioni di una combriccola stile “Amici Miei” di Mario Monicelli, dentro una Livorno incantata e disincantata, con l’ironia talvolta greve, talvolta geniale dello spirito labronico. In mezzo si riesce a parlare di gastronomia livornese, filologia, opera e compositori toscani, cantautori francesi e soprattutto di come si può essere felici con poco. Un giorno l’improbabile congrega, per dare una casa alle famiglie costrette a vivere nelle baracche a ormai vent’anni dalla fine della guerra, decide di rubare un prezioso cimelio cittadino e chiedere al Comune, come riscatto, l’impegno solenne a risolvere definitivamente la questione. Il furto, rocambolesco, innesca una tragicomica serie di eventi. L’assassino si scopre presto, è vero, ma alla fine il colpo di scena non manca.
Data recensione: 01/10/2022
Testata Giornalistica: Espansione
Autore: ––