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Estrapolo da una gran massa, un certo numero di libri che ritengo degni di attenzione. Manuela Plastina fa venire la nostalgia di una Firenze perduta. Lo fa con I Calderai. Officina del gusto in Firenze (Sarnus, pagg.112,

Estrapolo da una gran massa, un certo numero di libri che ritengo degni di attenzione. Manuela Plastina fa venire la nostalgia di una Firenze perduta. Lo fa con I Calderai. Officina del gusto in Firenze (Sarnus, pagg.112, euro 9,5). Due botteghe – in via dell’Ariento in Calimala – e la storia di Firenze, dall’Unità d’Italia fino al 1984, l’anno del tramonto, causato dallo svuotarsi del centro e dall’esplosione dei centri commerciali. Scrive Maurizio Cardini in prefazione: «Il segreto dei Calderai, che li portò ad essere la prima boutique alimentare creata dalle nostre parti, fu rendere familiari le raffinatezze di paesi lontani, ed elevare i prodotti a noi più familiari al rango di nobilissime merci». In sostanza, i Calderai erano tradizione culinaria, spettacolo di odori e forme, festa della tavola e – per tanti – sogno proibito... per la tasca. Attraverso questa famiglia, Manuela Plastina ci racconta anche una Firenze che non c’è più, «fatta di insegne storiche, di botteghe le cui prelibate specialità richiamavano clienti anche da fuori provincia». Il libro è da considerare il primo passo di un progetto dedicato ai negozi storici del capoluogo toscano.
Data recensione: 04/02/2008
Testata Giornalistica: Il Corriere di Firenze
Autore: Riccardo Cardellicchio