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In quello che fino a qualche tempo fa era un gradevole studio, adesso non esiste più spazio adeguato neppure per camminare per i libri collocati ovunque, un volume faceva capolino accanto al telefono chiedendo un

In quello che fino a qualche tempo fa era un gradevole studio, adesso non esiste più spazio adeguato neppure per camminare per i libri collocati ovunque, un volume faceva capolino accanto al telefono chiedendo un suo spazio, riuscendo a scavalcare chi attende pazientemente il proprio turno!
Si tratta di un’edizione esclusiva della "Divina Commedia", edita in modo magistrale da Polistampa, come del resto Mauro Pagliai ci ha abituato, dove la peculiarità sta nell’illustrazione per la riproduzione a colori, ingandrita rispetto agli originali, delle cartoline, una per ogni canto, realizzate alla fine dell’Ottocento dal pittore e miniatore Attilio Razzolini.

La cosa sbalorditiva è come le cartoline e i tre frontespizi furono riprodotte nel 1902, per i tipi della Alfieri & Lacroix di Milano, e allora utilizzate per inviare brevi saluti o notizie.
In epoca dove la comunicazione è affidata a email o sms e il testo dantesco viene utilizzato per serate in piazza o trasmissioni televisive (stravolgendone il valore perché, chi ascolta, può non avere idea del protagonista del canto, come è accaduto recentemente, per il conte della Gherardesca nell’Antenora, anche al conduttore della più importante rete tv) è difficile immaginare cosa possa aver provato, un secolo fa, chi riceveva qui cartoncini colorati, forse anche gelosamente conservati per anni come oggetti preziosi di affetti e di ricordi.
Se oggi possiamo sfogliarle, una dietro l’altra con il testo de "La Commedia", secondo l’Antica Vulgata curata da Giorgio Petrocchi, il merito è dei fratelli Andrea e Fabrizio Petrioli, studiosi e appassionati collezionisti fiorentini, già autori di libri di successo, che hanno una collezione di quelle cartoline integra e in perfetto stato.

Ringrazio il dott. Andrea Petrioli, a cui ho fatto addirittura saltare il pranzo, per avermi permesso un’immersione in quella "cuccagna" e per spiegarci: “Più unico che raro può essere definito il corpus di antiche cartoline che si possono leggere e ammirare in questo libro. La loro rarità è dovuta al fatto che esse, a più di cento anni dalla loro produzione, sono quasi introvabili, mentre l’unicità è riconducibile alle caratteristiche stesse di questo tipo di strumento, utilizzato per comunicare e solitamente essere ’consumato’ nel giro di pochi mesi. A maggior ragione se si tratta di una serie completa di cento esemplari,come in questo caso. È lecito pensare che sia stato lo stesso autore a raccoglierle in un prezioso album, da lui firmato, rilegato in tutta tela tipo pergamena, e a tramandarle a noi in tutta la loro bellezza".
Contenute in apposite pagine a finestra, con una tavola fuori testo come frontespizio e tre tavole che illustrano le cantiche del Poema, frutto della raffinata abilità di uno dei più importanti miniatori di fine Ottocento, l’ingegnere Attilio Razzolini che, con artisti del periodo (Olivotto, Alessandrelli, Bicchi,Pochini e Tetti) illustrò tutti i canti della Divina Commedia con una o più miniature. Petrioli prosegue: "Il testo dantesco è riprodotto in stile gotico del Quattrocento,ed è arricchito con pregevoli fregi e sontuosi capilettera, tanto da far ricordare, nello sfogliare queste pagine, le preziose miniature medievali e i monumentali incunaboli".

Ci piace l’artista di quest’opera perché amava la musica, era poeta dell’anima, pittore e si lasciò trasportare da tutte le cose belle. Petrioli ci spiega ancora: "Lo ricorda padre Saturnino Mencherini nel suo libro L’Appennino Serafico, Bellezze e glorie della Verna, edito nel 1931 dalla Soc.Tipografica Leonardo da Vinci di Città di Castello.’“… miniatore francescano – lo definisce il dotto dantista conte G.L. Passerini – continuatore forse inconsapevole dell’opera de’frati trascrittori e illuminatori di manoscritti e di quegli adorabili incisori quattrocenteschi che per la gioia dei nostri occhi abbellirono di semplici rappresentazioni gli incunaboli della stampa’. Francescano nell’anima e nell’aspetto: basso, tarchiato, con un volto largo incastonato in una barba rada e biondiccia.Francescano nello stile di vita passata fra i boschi del Casentino toscano e l’Umbria.

Da queste visioni di paesaggi incontaminati, dall’armonia e dalla pace che il suo animo poteva recepire ogni giorno è maturata la passione per l’arte e la pittura,messa a servizio dei grandi capolavori della letteratura. La Divina Commedia è stato il suo primo lavoro, miniato su cartapecora e realizzato nei modi e nella maniera del Quattrocento. Da questa monumentale e introvabile opera, posseduta dalla celebre Rylands Library di Manchester,come ricorda padre Mencherini".
Da sempre grandi artisti hanno illustrato i canti della Divina Commedia: che siano Botticelli o Raffaello, Doré o De Chirico, Carrà o Guttuso, solo per citare qualche nome, o del concorso indetto da Alinari, agli inizi del Novecento , coinvolgendo grandi artisti simbolisti e liberty dell’epoca per la realizzazione di una Divina Commedia nuovamente illustrata da artisti italiani, questa edizione del Razzolini è una rarità perché, oltre alle immagini, il testo è riprodotto in caratteri gotici e dove le cartoline si presentano in un formato doppio.
Mi spiego meglio: in una delle facciate del verso si trovano la scritta “Cartolina Postale Italiana”, il riquadro per l’affrancatura e le righe per scrivere il nome del destinatario, nonché un medaglione incastonato da un fregio col giglio di Firenze,con l’icona di Dante per i canti dell’Inferno,di Virgilio per quelli del Purgatorio e di Beatrice per quelli del Paradiso; nell’altra faccia del verso lo spazio bianco per scrivere la missiva.
Nelle due facciate del recto si trovano le illustrazioni e il testo dei canti, arricchiti da capilettera fregiati in rosso,blu e oro con ornati vari.
Di grande pregio anche la parte storica che i fratelli Andrea e Fabrizio Petrioli dettagliano diffusamente nella premessa.
Data recensione: 19/02/2008
Testata Giornalistica: Arte e Arti
Autore: Cinzia Colzi