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Per un secolo e mezzo, ci fu a Firenze un’insegna che garantiva i migliori prodotti alimentari da tutta Europa. Apparteneva alla famiglia Calderai, ed era una sorta di «officina del gusto», che fece conoscere nella nostra città

Fecero conoscere a Firenze il caviale russo e il paté francese. Un’officina del gusto
Per un secolo e mezzo, ci fu a Firenze un’insegna che garantiva i migliori prodotti alimentari da tutta Europa. Apparteneva alla famiglia Calderai, ed era una sorta di «officina del gusto», che fece conoscere nella nostra città il caviale russo ed il paté francese, il formaggio svizzero ed il prosciutto di Parma.
Si servivano da loro gli inglesi che nell’Ottocento erano venuti ad abitare nella nostra città, a cominciare dalla regina Vittoria, per tre volte in visita a Firenze, che proclamò i Calderai fornitori ufficiali della casa reale inglese. Ma anche i Savoia fecero altrettanto, così che la bottega fiorentina aveva tra i propri clienti re e regine. Un po’ alla volta anche i fiorentini presero a frequentare questo negozio dove la qualità e la gentilezza nel servire erano una regola assoluta. E da allora, sempre, un piatto di formaggi o di insaccati acquistato dai Calderai significò far festa.
Questo volume rivela attraverso le sorti di un solo negozio anche i successi, le ambizioni e le crisi di una Firenze illusa di essere capitale d’Italia e delusa dal trasferimento del governo e ministeri a Roma. Ci descriva le due guerre e le riprese che ne seguirono, fino alla piena che ci sommerse una notte del ‘66. Tutto collega il negozio alla città che lo ospita, perché la loro sorte è comune e insieme vivono momenti di euforia e autentiche tragedie.
Fu così fino al 1984, quando l’insegna si spense, una volta per tutte, perché non era stato facile rialzarsi dopo il disastro dell’alluvione, perché era praticamente impossibile entrare nel centro storico con le proprie auto, perché la grande distribuzione aveva vinto, almeno provvisoriamente la propria battaglia.
Ebbene, la storia di questo negozio di prestigio è divenuta un libro, scritto dalla nostra Manuela Plastina in modo gradevole e con una elegante veste editoriale curata da Polistampa. Un libro che intreccia la storia della famiglia Calderai con quella della nostra città, e che ci fa capire come l’alimentazione a certi livelli sia cultura, anzi, sia un modo per fare cultura superiore ad altri. Il volume è stato presentato nella Sala Gigli del consiglio regionale a Firenze. Hanno preso la parola Franco Torrini, presidente dell’Unione imprese storiche, Carlo Calderai (nelle foto nonno e nipote), ultimo erede della famiglia, l’autrice Manuela Plastina, Cristina Acidini soprintendente del polo museale. E proprio Acidini – che ha ricordato come le sue competenze siano anche quelle di porgere attenzione a realtà come quelle della bottega Calderai- si è soffermata sul valore, che talvolta diresti artistico, di una vetrina organizzata con sapienza. Ha fatto notare come negli ultimi tempi stiano ritornando i negozi dove la qualità rappresenta lo scopo principale.
«Perché i souvenir sono globalizzati ma per fortuna non lo sono i prodotti alimentari che sempre ci collegano ad un territorio».
Ha parlato, durante la presentazione, anche Alirio Gramigni, un pubblicitario, per spiegare come si era arrivati a quella pubblicazione. E così si è scoperto che esisteva un marchio Writers for you che raccoglie giovani autori il cui slogan è «La tua vita è un romanzo e noi lo scriviamo». In pratica questi giovani si propongono per raccontare le vicende, personali o commerciali, di privati e di aziende, «cucendo una biografia addosso al protagonista» come fosse un abito di gran classe. Lo fanno a cifre davvero incredibili, convinti come sono che «niente come un libro può raccontare se stessi o la propria attività», o certificare il gusto, anzi, lo stile di un’impresa commerciale o industriale che sia».
E dunque, da Firenze parte una buona idea destinata a dare opportunità e lavoro a quanti, fra i giovani, cercano un futuro attraverso il difficile mondo della scrittura e dell’editoria.
Data recensione: 25/05/2008
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Maurizio Naldini