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“La natura l’è stata a noi maestra – la montagna ci venne a nutricare...”. Così cantava nell’Ottocento Beatrice Pugelli, mentre badava le pecore nei pascoli di Cutigliano, e cantava così bene da far sembrare un po’ meno

“La natura l’è stata a noi maestra – la montagna ci venne a nutricare...”. Così cantava nell’Ottocento Beatrice Pugelli, mentre badava le pecore nei pascoli di Cutigliano, e cantava così bene da far sembrare un po’ meno scherzosa la frase detta da Policarpo Petrocchi (“le vecchine della montagna pistoiese insegnano alla Crusca  lingua italiana”), e da far capire come mai tanti illustri personaggi della  nostra cultura – dal Giusti al Guerrazzi, dal Pascoli a D’Azeglio, dal Ferdinando Martini a Neri Tanfucio – affrontassero un viaggio allora difficoltoso per raggiungere un casolare di Pian di Novello e conoscere la “poetessa pastora”, una leggenda nata nella solitaria valle del Sestaione. Lassù tra i monti andò perfino il Tommaseo che poi tramandò di aver trovato a Cutigliano “ricca vena di canzoni” e di aver conosciuto a Pian degli Ontani la moglie di un pastore “che non sa leggere ma che sa improvvisare ottave”. La prima che ci lasciò un ritratto di questo straordinario personaggio, fu una straniera, l’americana Francesca Alexander che ne raccolse i tratti fisici e i versi, nel suo volume “Roadside Songs of Tuscany”, il cui scritto ebbe il favore, e il commento nientemeno che di John Ruskin – poi su di lei vennero versati fiumi di parole poiché Beatrice, conquistata la fama nelle disturne paesane, fu invitata nei salotti cittadini, nei palazzi aristocratici, che frequentò senza mai giocare all’intellettuale anzi ribadendo di essere un’illetterata (“..i versi li fo come mi scappano”) e sempre vestita da montanara con lo scialle intorno al collo e la pezzola in testa come un famoso ritratto dell’Alexander. Alla conoscenza di questo straordinario personaggio ha dato ora un’importante contributo il collega e amico Paolo Ciampi che ha raccolto in un volume tutta la storia di Beatrice e tutti i suoi versi, precisando che è tutto autentico, tutto documentato, e spesso tratto da dichiarazioni rese nella sua vita dalla stessa Beatrice: che incarnò, come dice Ciampi, in modo esemplare i valori genuini e la spontaneità della cultura popolare. (Paolo Ciampi, Beatrice. Il canto dell’Appennino che conquistò la capitale ed. Sarnus, 10 euro).
Data recensione: 01/07/2008
Testata Giornalistica: Toscana Qui
Autore: Giorgio Batini