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Monologhi, sproloqui, parodie, lamenti, serenate, testamenti, lettere, prediche, contrasti. Sarnus pubblica un’antologia illustrata sul teatro della tradizione orale. “Diesilla, Diesilla, / tutto va in fumo e favilla: / restan

Monologhi, sproloqui, parodie, lamenti, serenate, testamenti, lettere, prediche, contrasti. Sarnus pubblica un’antologia illustrata sul teatro della tradizione orale. “Diesilla, Diesilla, / tutto va in fumo e favilla: / restan Davide e Sibilla. / Quale giorno triste e duro / quando il cielo sarà scuro / e il castigo ormai sicuro. / Soneranno quattro trombe / mentre escon dalle tombe / brutte facce e brutte ombre…”. È questo l’incipit di una vecchia parodia del Dies Irae, il celebre componimento liturgico del XII secolo. Questo testo popolare, assai ironico, è stato ritrovato in Mugello dallo studioso Carlo Lapucci e da lui inserito nel volume Teatro popolare minimo, una raccolta dei brani più caratteristici tra quelli recitati nelle rappresentazioni di teatro ‘basso’ negli ultimi secoli. Tutti i testi appartengono alla tradizione del “recitar narrando”, declamati o cantati nei mercati, nelle fiere, nei raduni o nelle veglie. Lapucci passa in rassegna questi componimenti, molti dei quali tramandati oralmente e quindi presenti in varie versioni, suddividendoli nei diversi generi a cui appartengono o a cui possono essere accostati. Dalla sfera del sacro, con prediche, parodie di inni religiosi e “prefazi”, si passa al profano, che comprende sia canti popolari (lamenti, serenate e canzoni illustrate) sia testi in prosa, come i racconti e i monologhi. La raccolta è un’antologia completa della materia, ormai ritenuta un genere a sé stante nella vasta area del folklore. E il risultato di una lunga ricerca di componimenti perduti della tradizione toscana e di altre regioni, svolta da Lapucci con grande attenzione per le contaminazioni e le metamorfosi che questi testi hanno subito e ancora subiscono col passare del tempo. Il volume, corredato di illustrazioni rappresentanti alcune messe in scena, è una selezione esauriente della teatro della tradizione orale nelle sue varie manifestazioni. Carlo Lapucci, esperto di letteratura e linguistica, scrive da oltre trent’anni. Tra le sue opere, ricordiamo Canzoniere dell’amore coniugale (1974), Il battello del sale (1991), e Parodie e copie (2000), con la quale si è aggiudicato il premio Giusti per la satira. Collabora con numerose riviste ed è stato autore di programmi per Radio2 (come Cose dell’altro mondo e I verdi giardini della memoria). Da sempre grande conoscitore della lingua e delle tradizioni toscane, è autore delle fortunatissime fiabe toscane uscite per la prima volta nel 1984 e pubblicate lo scorso anno da Sarnus in un’elegante edizione in due volumi.Gherardo Del Lungo
Data recensione: 17/03/2009
Testata Giornalistica: Toscana Folk
Autore: ––