chiudi

“Soldati del reggimento 113! Dopo sei mesi che siete sotto il mio comando io non attendeva che l’occasione di trovarmi con voi nel campo di battaglia per ivi sperimentare la vostra intrepidità ed il vostro coraggio . Questa

“Soldati del reggimento 113! Dopo sei mesi che siete sotto il mio comando io non attendeva che l’occasione di trovarmi con voi nel campo di battaglia per ivi sperimentare la vostra intrepidità ed il vostro coraggio . Questa occasione si è presentata il 5 del corrente e mi avete fatto pervenire all’intento. Voi vi siete mostrati degni e figli veri del gran Napoleone”. Questo elogio da parte del barone Corsin, generale di brigata dell’esercito francese, rappresenta uno dei momenti più alti nella storia del 113simo reggimento di fanteria in linea, la più grande unità formata da toscani dell’esercito imperiale. Siamo nel 1811, ai tempi delle guerre napoleoniche: il 113simo ha combattuto contro gli spagnoli presso Villa Dominga, affrontando forze quattro volte superiori in numero e si è distinto a tal punto da “eguagliarsi in bravura con le più vecchie legioni dell’impero”. La storia del 113simo reggimento è uno dei capitoli più esaltanti di Partire partirò, partir bisogna. Firenze e la Toscana nelle campagne napoleoniche 1793-1815 (ed. Sarnus, pp. 288), volume a cura di Paolo Coturri, Gianni Doni, Stefano Pratesi e Daniele Vergari che esce in occasione del 200° anniversario dell’annessione della Toscana all’impero napoleonico. Avvalendosi di molte immagini a colori, comprese quelle di fedeli rievocazioni in costume delle battaglie, il libro approfondisce alcuni aspetti poco conosciuti di quel periodo, un momento chiave per la formazione della nostra coscienza nazionale.
Data recensione: 12/04/2009
Testata Giornalistica: Il Giornale della Toscana
Autore: ––