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In offerta per i soci un libro di racconti popolari di diavoli, fate e fantasmi I racconti di paure sono il naturale proseguimento delle fiabe. Non li conosce chi non sa cos’è una veglia: per questo sono il necessario e forse più accattivante completamento di una raccolta di favole.
Dopo i due volumi Fiabe toscane..., pubblicate nella serie “Segnalibri”, proposti per i soci Coop, in tutti i punti vendita con lo sconto del 40%, non poteva quindi mancare Il libro delle paure. L’autore è sempre Carlo Lapucci, grande conoscitore della tradizione popolare toscana, le illustrazioni divertenti e surreali di Walter Bini, messi insieme dalla edizioni Sarnus.
Anche se l’umanità finirà un giorno a vagare tra le galassie, qualcuno intorno a quello che sarà allora il canto del fuoco racconterà qualcuna di queste storie le cui radici sprofondano nei millenni e, in versioni diverse, sono patrimonio di tutti i popoli.
Carlo Lapucci attinge ora al repertorio che costituiva la veglia dei grandi: le fiabe vere e proprie erano riservate alla prima parte, quella cui assistevano anche i bambini. In Toscana, finito il vino dolce e le castagne, i ragazzi andavano a letto e allora si cominciava la veglia delle paure: storie nate per mettere addosso i brividi, come oggi abbiamo i gialli, i film dell’orrore, i polizieschi. I nomi, le situazioni, le figure erano diverse, ma se qualcuno ha l’abilità di grattare un po’ la vernice, sotto molte storie nuove, ritroverà gli schemi e la materia di quelle vecchie, abilmente aggiornati. Non è un mistero che gli autori di fumetti e di letteratura fantastica si abbeverino alle opere dei ricercatori del folclore. Perché il motivo vero è sempre quello: l’ignoto, quello che del mondo e della vita sfugge, e che l’intelligenza allibita cerca d’acchiappare in una corsa senza fine, cercando un tesoro incantato, le tracce d’un rito misterioso, l’apparizione di uno spettro, le imprese del Lupo Mannaro, dei Tempestari, le visite delle Anime del Purgatorio, le malie delle Streghe, le case e i balli delle Fate, il mondo dei Folletti: in più i casi enigmatici capitati mille volte e mai spiegati.
Così come sotto il nostro Diavolo c’è il mostro Tuchulcha degli etruschi, nel film 2001 Odissea nello spazio l’immenso computer Hal che governa l’astronave, al momento di svanire, lascia il suo ricordo più segreto, una filastrocca: “Giro, giro tondo...”
Data recensione: 01/10/2009
Testata Giornalistica: Informatore
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