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“Non aspettatevi un libro di ricette”, avverte Miriam Serni Casalini, autrice de “Il Buglione”, “piuttosto rime, storielle, filastrocche, usi, ricordi di cucina, di cibi, il tutto accompagnato da proverbi, linguaggio di antica sapienza, un dire semplice c

“Non aspettatevi un libro di ricette”, avverte Miriam Serni Casalini, autrice de “Il Buglione”, “piuttosto rime, storielle, filastrocche, usi, ricordi di cucina, di cibi, il tutto accompagnato da proverbi, linguaggio di antica sapienza, un dire semplice che esce immediato ad aprire e concludere un discorso, racchiude il nocciolo della questione, proverbi che stanno bene nelle cucine, e nella vita. Una macedonia piacevole, un buglione insomma, che diverte chi legge. Scrivere di cose del passato mi dà gioia, e questa è già una soddisfazione che tiene occupata la mente mentre il cuore si tuffa nei ricordi”.
Edito da Sarnus, un libro da leggere tutto in un fiato; a me è successo proprio così... davanti al camino, con la legna che scoppietta ed il freddo ed il buio lontani dalla mente.
Ma cosa è questo buglione?
Il dizionario lo descrive come: “accozzaglia, insieme disordinato di cose, persone, cibi”.
In ambito culinario, si tratta di un piatto povero, fatto con gli avanzi di carne, qualche verdura e spezie secondo la stagione.
Nel mio paese a sud della provincia di Siena il buglione è un modo di cucinare la carne in gran uso, una prelibatezza tanto apprezzata anche dai visitatori.
Il buglione come tutto ciò che è semplice richiede una particolare cura e pazienza perché la carne deve insaporirsi e “insugarsi” a puntino rimanendo tenerissima.
Anche io spesso mi diletto nel cucinarlo e mi riesce molto bene perché ho avuto la fortuna di crescere in una casa, proprio come quella descritta dalla Casalini, una casa di altri tempi che ancora oggi mantiene vive certe tradizioni.
Dario Cecchini, il famoso macellaio di Panzano in Chianti, ha curato l’introduzione de Il Buglione del quale racconta “…un libro che emana il profumo della buona cucina: basta sfogliarlo per avere subito davanti agli occhi una tavola d’altri tempi imbandita dove il capofamiglia taglia il pane e fa le parti, la massaia fa la spola con la cucina, i piccoli ridono e scherzano”.
Il libro segue l’ordine dei mesi dell’anno; si parte dal Gennaio con la festa della Befana e si giunge al dicembre con il Natale e il San Silvestro, il tutto in un percorso svariato, divertente nel quale troviamo perfino le filastrocche tradizionali e i consigli della nonna.
Ci sono oggetti di altri tempi, tipici delle case coloniche, c’è la vita quotidiana e le abitudini della campagna, ci sono le osterie, il mangiare sano ed anche i dolci, i vini e i liquori.
L’autrice Miriam Serni Casalini è nata a Firenze ed oggi vive nel Chianti; ha scritto con grande passione questo libro, non solo per ricordare le ricette “doc” di una volta ma soprattutto per far rivivere usanze, valori, tradizioni, di un mondo, di una Toscana, che rischiano di essere dimenticati.
Le ricette sono di Palo Piazzesi, che tratta di cucina toscana da sempre ed ha diversi libri all’attivo sull’argomento.
È sorprendente quanto immergendosi in questa lettura la mente ritorni ad un passato del quale i ricordi non sono poi così sbiaditi… C’è tanto odore di buona cucina nelle pagine de “Il Buglione”, c’è il focolare con il suo calore e la Casa, un ambiente caldo, vivo, dove si trascorreva il tempo e si parlava, ci si confrontava.
Termino con ciò che l’autrice racconta di sé: “Dovevo fare l’insegnante, invece, sposata giovanissima, andando ‘contracqua’ dalla città alla campagna, sono stata solo donna di casa: moglie, nuora, mamma, nonna, con quel che ne comporta. Sono appassionata cultrice di memorie di vita paesana chiantigiana toscana, che mi piace far rivivere nero su bianco. Sono valori da conservare e trasmettere perché la memoria non si perda. Scrivere di cose del passato mi dà gioia, mi tiene occupata la mente mentre il cuore si tuffa nei ricordi. Pur percorrendo sempre strade di carta, ho tenuto tutto chiuso nel cassetto, iniziando a pubblicare qualche lavoro solo in tarda età”.
Data recensione: 19/12/2009
Testata Giornalistica: Arte e Arti
Autore: Fabiola Pinzi