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Togliatti era complice di Stalin. D’Alema è un «burocrate suo degno erede». E il Pd è pieno di massoni: una roba che nel Pci sarebbe stata inconcepibile, Luigi Longo (non si vuol dire Berlinguer) per cose così ti avrebbe buttato fuori senza esitazioni.

Togliatti era complice di Stalin. D’Alema è un «burocrate suo degno erede». E il Pd è pieno di massoni: una roba che nel Pci sarebbe stata inconcepibile, Luigi Longo (non si vuol dire Berlinguer) per cose così ti avrebbe buttato fuori senza esitazioni. Chi esprime questi soavi giudizi sulla storia - e il presente, per la verità - comunista (e post) è un uomo che a quella storia apparteneva, e ha avuto un ruolo importante, nel Partito: lo storico (ex) sindaco di Pistoia. Poi dice la Toscana «rossa».
Che la slavina dal mondo delle roccaforti un tempo comuniste fosse iniziata lo si sarebbe potuto capire da tempo viaggiando nel Nord, certo, ma ormai anche in Emilia e, appunto, Toscana, e osservando personaggi come l’ex sindaco di Pistoia. Renzo Bardelli. Mole imponente, eloquio dirompente, Bardelli, che fu sindaco per una lunga stagione negli Anni Ottanta, e poi più volte assessore all’urbanistica, è uno di quei comunisti antitogliattiani che inevitabilmente, col passare degli anni, sono finiti fuori dal partito. A lui è accaduto nel ’91, e da allora ha recitato il ruolo di unico oppositore ai «rossi», ma soprattutto intrapreso un’attività memorialistica che, per i cultori, può proporre adesso un esito fenomenale. Nel suo ultimo libro, «Memorie comuniste» (edizioni Sarnus), sono contenuti giudizi inauditi che Bardelli ha offerto alla presentazione del libro - assai affollata - a Pistoia.
«Qui gli vengono intitolate vie, a Palmiro Togliatti, ma dovrebbero essere dedicate ad altri. Lui non le merita, fu connivente con Stalin, che fu un criminale». Ma anche sugli altri Bardelli è liquidatorio, Berlinguer, per esempio, «capo di un Pci che non sapeva fare i conti con la storia», o D’Alema, «burocrate sempre a galla, che oggi manovra Bersani, e si vede in che condizioni hanno ridotto il Pd».
L’uomo sta oltretutto mettendo a soqquadro il mondo toscano anche con un’accusa grave, dice che «nel Pci era impensabile e inammissibile che qualcuno fosse massone: oggi nel Pd ce ne sono a bizzeffe». Racconta che sul suo sito ha fatto anche nomi e cognomi, per esempio un consigliere regionale neoeletto. «Ma lui non mi risponde». La legge regionale toscana impone a chi ricopre cariche pubbliche di dichiarare l’eventuale appartenenza a logge massoniche.
Renzo Bardelli se la ride, ma per il Pd sono accuse brucianti, il partito promette di dirimere proprio domani l’antica, vexata quaestio, se sia possibile essere contemporaneamente democrat e massone. Togliatti, almeno, su questo aveva le idee chiare.  
Data recensione: 06/06/2010
Testata Giornalistica: La Stampa
Autore: Jacopo Iacoboni