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Schiacciato dalla memoria di altre, ancor più terribili, tragedie novecentesche, il sacrificio dei toscani e più in generale degli italiani costretti ad arruolarsi nella grande armata e travolti dalla disfatta napoleonica nella campagna di Russia è stato

Schiacciato dalla memoria di altre, ancor più terribili, tragedie novecentesche, il sacrificio dei toscani e più in generale degli italiani costretti ad arruolarsi nella grande armata e travolti dalla disfatta napoleonica nella campagna di Russia è stato da tempo dimenticato. Soltanto alcune belle pagine del più grande romanzo storico italiano del secolo scorso, “Il Mulino del Po” di Riccardo Bachelli, di cui i meno giovani ricordano una fortunata trasposizione televisiva, ha contribuito a non spegnere del tutto il ricordo. “Partire partirò, partir bisogna”, il volume a più mani dedicato alla Toscana nelle campagne napoleoniche, che riecheggia nel titolo il canto dei coscritti composto nel 1808 da Anton Francesco Menchi, ha il merito di colmare egregiamente questo vuoto di memoria, fornendo una preziosa testimonianza sulla società toscana sotto l’occupazione napoleonica, vista anche, ma non solo, nei suoi aspetti militari. Dai quattro contributi che compongono l’opera, e in particolare dai saggi di Doni e Vergari, emerge un complesso di entusiasmi militaristici ma anche di ostilità alla coscrizione obbligatoria (il tasso di renitenza alla leva raggiunse nel 1814 percentuali del 70 per cento), terribili odissee, come quelle dei congelati e dei prigionieri in Russia, episodi di tenace fedeltà all’imperatore (ci furono toscani che seguirono l’imperatore fino a Waterloo), ma anche di non comune ferocia: i nostri corregionali che presero parte alla repressione dell’insurrezione spagnola godevano della fama di non fare prigionieri... Nell’insieme, si ricava l’impressione che anche in campo militare la dominazione napoleonica contribuì non poco alla modernizzazione della società toscana e alla formazione di qualificati quadri militari che avrebbero continuato a servire sotto la dinastia lorenese. Un nome fra tutti: il generale de Laugier, cui è ancor oggi intitolata una delle principali caserme di Firenze.
Data recensione: 01/12/2009
Testata Giornalistica: Toscana Qui
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