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Trieste ha una lunga tradizione nel campo della creatività legata al disagio psichico e alla disabilità, in particolare la creatività letteraria. Gli esempi sarebbero moltissimi, e l’esperienza della scrittura creativa, della narrativa in tutte le sue for

Trieste ha una lunga tradizione nel campo della creatività legata al disagio psichico e alla disabilità, in particolare la creatività letteraria. Gli esempi sarebbero moltissimi, e l’esperienza della scrittura creativa, della narrativa in tutte le sue forme, fa ormai parte del bagaglio terapeutico di ogni operatore del settore. Quello che spesso si tende a non considerare abbastanza sono gli esiti sorprendenti che può dare a volte la scrittura - ma non solo la scrittura - quando è lasciata libera di esprimersi anche all’interno di un percorso guidato. Insomma ci sono ragazzi e adulti diversamente abili o handicappati psichici che possono scrivere racconti e poesie di straordinario impatto emotivo. Un bell’esempio in questo senso arriva da Firenze, dove l’associazione “Aics - solidarietà” porta avanti da tempo un collaudato progetto intitolato “L’ingenuo creativo”, progetto di “divertimento linguistico, vagabondaggio fabulatorio e produzione creativa destinato a ragazzi diversamente abili”. Ideato dallo scrittore Rino Garro, è articolato in una serie di incontri con autori affermati, durante i quali i destinatari vengono guidati a scoprire inconsapevoli capacità di fantasia e creatività. Un’esperienza illuminante, sempre, per i ragazzi, e ancor più per gli scrittori. L’ultimo frutto di questo progetto è il libro di favole “Arancione -one- one” (Ed. Polistampa, pagg. 63, euro 12), che ha coinvolto una pattuglia di narratori tra i migliori del panorama italiano: oltre allo stesso Garro, Valerio Aiolli, Emiliano Gucci, Valeria Parrella, Marco Vichi, assieme al pittore Marcello Bertini. Filo conduttore, un percorso che segue la ”Grammatica della Fantasia” di Gianni Rodari, un piano di costruzione della narrazione a partire da un’“ipotesi fantastica”. La formula è quindi consolidata: ciascuno degli scrittoridocenti fa da “capocantiere” per i ragazzi, guidando a modo suo il gruppo verso la costruzione di una storia. E all’interno di questo “cantiere”, tutti lavorano secondo le proprie qualità e possibilità. «Un progetto ambizioso - spiega Garro - che mira a restituire il genuino entusiasmo del lavoro fatto insieme, e ad abbattere quelle piccole e grandi barriere che troppo spesso limitano la creatività e la comprensione dell’altro». Il risultato è un libro illustrato (ovviamente dai ragazzi) di brevi racconti e poesie dove certo si sente l’impronta di chi fa lo scrittore per mestiere, ma allo stesso tempo si impone una sorprendente presa sulla realtà in cui i temi della guerra, del razzismo, dell’immigrazione, della diversità, della violenza negli stadi emergono con la forza e la convinzione che solo la fantasia liberata sa dare.
Data recensione: 23/11/2010
Testata Giornalistica: Il Piccolo
Autore: Pietro Spirito