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Racconti di amore e mistero, di magia e di imprese straordinarie, ambientati in un mondo fantastico popolato di fate, folletti e giganti. Da Dodicino a La novella di Gianni Stento, passando per le storie di Panicuzzo e del Re Porco, una raccolta di capola

Ecco il terzo volume di Fiabe Toscane di Carlo Lapucci, illustrato da Lido Contemori
Racconti di amore e mistero, di magia e di imprese straordinarie, ambientati in un mondo fantastico popolato di fate, folletti e giganti. Da Dodicino a La novella di Gianni Stento, passando per le storie di Panicuzzo e del Re Porco, una raccolta di capolavori senza tempo che Carlo Lapucci, apprezzato studioso di folklore e cultura popolare, ha pubblicato per la prima volta nel 1984 e che è diventata un classico del genere. Le fiabe, divise per argomento (Le imprese meravigliose, Il mondo della magia, Fiabe d’amore, L’astuzia degli umili, Il savio e lo stolto, Gli animali, Folette, Esempi in dialetto) e arricchite da note sulla loro origine e sulle diverse versioni conosciute, sono state apprese da fonti orali e qui riproposte dopo un lavoro certosino di ricerca e trascrizione per tramandare alle future generazioni la ricchezza della nostra tradizione. Questo è il terzo volume di fiabe che l’accoppiata Lapucci-Sarnus sforna in pochi anni e che vengono proposti in anteprima con lo sconto per i soci Coop.
Chiediamo a Lapucci come si pone questo terzo volume, rispetto agli altri.
«Questo Fiabe toscane è una riedizione dell’uscita nel 1984 negli Oscar Mondadori per la collana “Fiabe regionali italiane” a rappresentare la narrativa popolare di questa regione. Quindi dato che dovevano rappresentare la Toscana, l’opera raccoglie se non il materiale migliore della materia, certamente quello più narrato, letto e amato. Per cui considero questo lavoro, insieme all’introduzione che lo correda, come il testo fondamentale per la lettura delle altre mie opere sulla narrativa popolare».
Cosa è cambiato rispetto alla prima edizione?
«Poco, pochissimo: qualche precisazione, qualche nota. Ho lasciato intatta la struttura del libro e tutte le fiabe. Il tempo ha cambiato noi, purtroppo. Molti di coloro che mi aiutarono a raccogliere le fiabe non ci sono più e sempre meno mi capita di sentirmi dire: “Sai, ora mi ricordo quello che disse la principessa quando il mago la voleva gettare nell’abisso...”. È scomparsa Maria Romiti Micheli Pellegrini alla bella età di 102 anni, è scomparso il mio maestro, Enrico Lapucci, il miglior narratore di favole che abbia conosciuto, a 90 anni. Alla loro memoria e a quella degli altri narratori, i veri artefici dell’opera, dedico di cuore questa nuova edizione».
A illustrare la nuova edizione di Fiabe toscane è Lido Contemori, che i nostri lettori conoscono bene, perché dedica due disegni al mese all’Informatore. Contemori, è una novità per te illustrare un libro di fiabe?
«No, nel 2002 ho fatto i disegni per le Fiabe tecnologiche di Eustachio Fontana, un libro destinato ai ragazzi di 10-13 anni; ma è la prima volta che illustro fiabe tradizionali molto conosciute da lettori di tutte le età».
Che impressione ti hanno fatto questi racconti? Te li ricordavi?
«Sono storie ricche di fantasia, ma anche vicine alle vicende delle nostre campagne del tempo che fu, con alcune figure ricorrenti: il grullo/ingenuo vero o apparente, il cattivone prepotente ma raggirabile, il maneggione magari capace di far magie. Parecchie le conoscevo anche se con un nome diverso».
Qual è l’illustrazione che hai fatto più volentieri, quella che ti ha dato più soddisfazione?
«Quella che preferisco è I due gobbi, con il mago la strega e il diavolo lanciati in una sfrenata danza notturna intorno all’albero, che poi è la fiaba a cui è dedicato il disegno in copertina».
Data recensione: 01/02/2011
Testata Giornalistica: Informatore
Autore: Antonio Comerci