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Nel panorama letterario toscano, Carlo Lapucci (Vicchio 1940, fiorentino d’adozione), spicca il suo estro, capace di stupirci a ogni libro.

Nel panorama letterario toscano, Carlo Lapucci (Vicchio 1940, fiorentino d’adozione), spicca il suo estro, capace di stupirci a ogni libro.
Abbiamo imparato a conoscerlo, e ad apprezzarlo, quale cultore del folclore toscano e non solo. Quel settore che  lo vede nuovamente alla ribalta con l’uscita da Sarnus di Le Leggende della terra toscana (pp. 634, euro 24,00). Risultato di un lavoro da certosino in ogni angolo della regione, nessuna provincia esclusa. Animali, briganti, draghi, diavoli, maghi, streghe, santi e sante, beati e beate, eroi e paludi, laghi, orridi, caverne, mondi sommersi, città scomparse. E tesori. Insomma, un altro tassello importante del racconto di un popolo, con le sue credenze. Gli altri sono: Dizionario dei proverbi italiani; Dizionario dei modi di dire della lingua italiana; I proverbi dei mesi; Fiabe toscane; Fiabe toscane di maghi, fate, animali, diavoli e giganti; La Bibbia dei poveri; Indovinelli italiani; Il libro delle filastrocche; Il libro delle paure; “Introduzione allo studio delle tradizioni popolari”. Tanto per rammentare alcuni titoli.
Ma Lapucci sa anche proporci la leggerezza del fantastico. Come sa affidarsi alla poesia e al teatro con risultati d’alto livello.
Muove i primi passi – appena ventenne – nel mondo delle lettere con la poesia. Nicola Lisi gliene pubblica alcune sul prestigioso “L’approdo letterario”. Nel 1965, Mario Luzi gli apre le porte della rivista “Letteratura”.
Non ha difficoltà a passare, dieci anni dopo, alla narrativa con il romanzo Itinerario a Vega, seguito da L’uomo di vetro e della raccolta di racconti La pianura.
Del 1982, è la raccolta di poesie L’erba inutile. Ma sa anche destreggiarsi nelle parodie, tanto è vero che con Oibò! ha un grande successo. Nel 2002, ottiene il Premio Giusti per la satira.
Nel 2004, è la volta del teatro, del suo teatro. Lo raccoglie in Teatro popolare minimo.
Da qualche anno, il suo editore di riferimento per la produzione letteraria è Francesco Rossi, di Marina di Massa.
A lui ha affidato anche il romanzo Viaggio nell’Antimateria (pp. 145, s.i.p.). Un viaggio fantastico, un’Odissea: esaltazione della fantasia e dell’ironia di Lapucci. Vi incontriamo l’istituto di medicina cosmica, l’orecchio poliglotta, e la località del tipo Sursumcordia e Guastaloca, una pianura verde tra Piggreko e il Tangentjang, personaggi come Domingo de Fraòr, don Bottecchia, l’Orrendo Rettore, il colonnello Chiardillo, Altagemma. Un tuffo nell’impossibile. Ma il lettore attento potrà scorgervi non pochi riferimenti alla realtà. Le illustrazioni sono di Antonio Petti.
Da non dimenticare Il numero e la struttura universale.
Data recensione: 21/03/2011
Testata Giornalistica: Erba d’Arno
Autore: Riccardo Cardellicchio