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Nata a Firenze nel 1928, Miriam Serni Casalini doveva fare l’insegnante ma è andata “contracqua”: dalla città si è spostata in campagna, e lì ha vissuto fino ad oggi

La vita di paese raccontata con nostalgia
Nata a Firenze nel 1928, Miriam Serni Casalini doveva fare l’insegnante ma è andata “contracqua”: dalla città si è spostata in campagna, e lì ha vissuto fino ad oggi. Quella campagna, fatta di prati e colline, di vigne e di coloniche, ma anche di storie e tradizioni dimenticate, Miriam l’ha raccontata in un primo libro Il Buglione che, uscito nel 2009, le ha fatto vincere il premio speciale “Scrittore toscano dell’anno”. Ma i ricordi e l’esperienza di Miriam non potevano stare tutti in un libro. Così la scrittrice è tornata al lavoro e, ripescando dalla memoria e dal cuore, ha finalmente dato alle stampe una nuova fatica: Dal tetto al pagliaio. Bricciche dal vecchio Chianti, in offerta per i soci Coop. «Sono schegge della vita del mio paese – ci racconta – che rappresenta un po’ tutta la nostra campagna». Tante piccole storie (lei le chiama bricciche), flash di memoria, immagini di un mondo che ogni giorno ci sembra più lontano, capaci di far sorridere i più anziani e di stupire i giovani. «Per come è passato in fretta il tempo, mi sembra che i miei ricordi risalgano alla preistoria. Io ho imparato a contare su un pallottoliere, ho mangiato cibi conservati nella ‘moscaiola’, ho cucinato su fornelli a carbone, ho anche viaggiato con la diligenza!». Nel libro, che si legge d’un fiato, ci sono i luoghi del passato, gli antichi mestieri, le usanze ormai desuete, e ci sono nomignoli, proverbi e modi di dire che oggi è difficile sentire. A San Polo in Chianti si coltivano i giaggioli, si cuce il “trapunto fiorentino”, si fa un vino d’eccezione. tutti si conoscono, molti hanno un soprannome pittoresco: i’ Mosca, i’ Sugna, baffino, Ganascia. Qualcuno ha una storia suggestiva alle spalle, e questo libro ce la racconta proprio come ci si raccontavano le storielle all’osteria o durante le veglie. E in mezzo a tutto questo, c’è una sorpresa particolare: un calendario liturgico, dove i ricordi di Miriam sono quelli relativi alle festività religiose, dall’epifania a San Silvestro, tutte occasioni vissute intensamente e con grande spirito di partecipazione. Come quando la notte di Natale si faceva la fila per baciare Gesù bambino nel presepe o quando le strade venivano coperte di fiori per il Corpus Domini. In definitiva, un libro unico e autentico, scritto con prosa giovanile e arguta, che racchiude un intero universo di storie, fatti e persone, da attraversare nel tempo del volo di un passero, dal tetto al pagliaio appunto.
Data recensione: 01/10/2011
Testata Giornalistica: Informatore
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