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Volpi, porcospini, rondinotti e tartarughe nella tradizione alimentare. Un ricettario sui generis destinato a far discutere

Volpi, porcospini, rondinotti e tartarughe nella tradizione alimentare. Un ricettario sui generis destinato a far discutere

L’argomento non smette mai di sollevare discussioni e polemiche. Tra animalisti che gridano allo scandalo e denunciano istigazione alla tortura e ‘cronisti’ che raccontano come - in anni passati e/o luoghi più o meno lontani - molti animali siano considerati cibo.
L’ultimo a candidarsi come pietra dello scandalo è “Ricette proibite” (Polistampa, pp. 80, euro 10), che esce in libreria dal primo marzo. E che, mentre ancora è viva la preoccupazione suscitata dall’indagine Aida sugli animali d’affezione cacciati a scopo alimentare, promette di agitare gli animi. E visto il menu che presenta c’è da credergli.
Qui è tutta una sfilata di cicogne arrosto, cosce di volpe alla brace e spezzatini di tasso, porcospini al sugo, stracotti d’asino e addirittura cigni con le arance. Sono ricette “impensabili, politicamente scorrette e per qualcuno, probabilmente, disgustose” ammette l’autore Tebaldo Lorini. In effetti non mancano alcuni piatti che suonano quasi come provocazione, visto che c’è anche quella per il gatto in umido (per vendicare Beppe Bigazzi?) e il ragù di corvo.
“Eppure fanno parte della tradizione culinaria” spiega Lorini. Che rilancia il vecchio claim del relativismo: “Chi ha detto che certi animali si possono mangiare e altri no? Le leggi in materia sono diverse da paese a paese, come lo sono del resto usi e costumi, storia e tradizioni. Il gusto cambia anche col passare del tempo, e oggi alcune ricette sono un classico da pranzo domenicale mentre altre non possono essere neanche nominate”.
L’autore, studioso di folklore e tradizioni gastronomiche, passa brevemente in rassegna le abitudini alimentari dei popoli antichi, per arrivare alle usanze più recenti, magari quelle dei nostri nonni, mostrando come pietanze che oggi non presenteremmo mai ai nostri ospiti fossero una volta di uso comune.
I cinquanta piatti descritti, corredati dalle illustrazioni a colori di Marta Manetti, sono accompagnati da consigli sulla preparazione delle carni, sui modi e i tempi: un invito ad accettare la sfida e scoprire in cucina “il gusto del proibito”.
Data recensione: 24/02/2012
Testata Giornalistica: L’Espresso food&wine
Autore: ––