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La levatrice è insieme un romanzo storico, un romanzo sociale ed un romanzo giallo. È l’opera di esordio di Stefano Braccini, ginecologo appassionato di storia di Firenze

La levatrice è insieme un romanzo storico, un romanzo sociale ed un romanzo giallo. È l’opera di esordio di Stefano Braccini, ginecologo appassionato di storia di Firenze, in particolare del periodo dei Lorena, oltre che collezionista di testi antichi di medicina e ostetricia. Il libro inizia con il ritrovamento, ai giorni nostri, da parte della studentessa Chiara di un manuale del 1819. Manuale per levatrici appartenuto alla giovane allieva ostetrica Enrichetta Manetti, coinvolta, a quell’epoca, suo malgrado nella sparizione di un bambino e nel suo ritrovamento. Chiara, a partire dagli appunti di Enrichetta contenenti una misteriosa frase scritta in hindi, inizia così un’indagine su intrighi e misfatti accaduti a Firenze nell’Ottocento. La vicenda è l’occasione per un affondo nella società toscana dell’epoca di cui si ricostruiscono le smanie cittadine ma anche il clima illuminato di un regime, quello granducale, che non soppresse del tutto le novità bonapartiste e intraprese un tenace lavoro di alfabetizzazione nelle campagne, a cominciare proprio dal mestiere delle levatrici, allora troppo spesso affidato a improvvisate mammane.
La storia si sviluppa attraverso ambienti accuratamente ricostruiti tra cui il brefotrofio dell’Istituto degl’Innocenti con la nuova scuola per ostetriche; descrive i parti come avvenivano all’epoca e allo stesso tempo racconta la vita dei salotti, delle feste e dei divertimenti dei fiorentini. Il libro si dipana in dodici capitoli e un epilogo, in un serrato parallelo tra presente e passato ricco di colpi di scena che terranno il lettore incollato fino all’ultima pagina.
Data recensione: 19/06/2012
Testata Giornalistica: Toscana Oggi
Autore: Lorenzo Pierazzi