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Si può scrivere una storia di Firenze attraverso i suoi primi cittadini? Forse sì e forse no. Nel partito del "no" stanno coloro

Martedì prossimo, alle 17,30, nel Salone de’ Dugento di Palazzo Vecchio, Eugenio Giani con Sandro Rogari, Leonardo Domenici, Lelio Lagorio, Giorgio Morales e Mario primicerio presenteranno il volume di Luciano Artusi e Roberto Lasciarrea, "Missione Firenze, 1782-2012. Canone inverso. Sindaci, Podestà, Gonfalonieri: la storia della città attraverso i suoi primi cittadini". Edizioni Sarnus. Pubblichiamo di seguito un brano tratto dalla prefazione di Sandro Rogari.

Si può scrivere una storia di Firenze attraverso i suoi primi cittadini? Forse sì e forse no. Nel partito del "no" stanno coloro che dicono che ogni sindaco, gonfaloniere o podestà che dir si voglia fa storia a sé. L’argomento ha il suo fondamento. Ciononostante, io mi schiero col partito del "sì".Ma non tanto per la personalità di questi centotré signori – per ora mancano le signore, le stiamo aspettando – che si sono succeduti, taluni, molti, reiterando l’esperienza, magari prima col nome di gonfaloniere e poi con quello di sindaco, com’è accaduto a Ubaldino Peruzzi, per dire solo di uno. E nemmeno per quello che hanno fatto, bene o male, esercitando la funzione. No, per un altro motivo. Perché tutti coloro che dai tempi di Ubaldino fino a Domenici sono entrati con la fascia tricolore nella Sala di Clemente VII – prima in altri luoghi – sono stati trasfigurati dalla carica assunta. Non so come accada. Ma è un fatto. Firenze incombe. Forse si sente il peso della sua storia. Forse ci si sente compresi della sua grandezza. non perché si è diventati sindaco, ma perché si rappresenta Firenze. Come avvenga bisognerebbe farselo dire dai titolari, presente e passati. Ma che avvenga è indubbio; e soprattutto è indubbio che a voler fare una storia di Firenze per sindaci, come hanno fatto Artusi e Lasciarrea, si voglia o no, ci si confronta con questo incredibile fenomeno, che spiega tutto e niente. Spiega la sottile continuità che accompagna la storia di questi personaggi, a partire da Giuseppe Maria Panzanini, duecentotrent’anni fa, per arrivare a Matteo Renzi. Quando entrano a Palazzo Vecchio sentono di avere dietro le spalle un pezzo di storia dell’umanità. Non so quando se ne accorgono e se questo produca sgomento. Ma tutti sono condizionati da un ruolo che diviene missione.
Il libro si può aprire alla pagina che si vuole. Si può leggere a caso di un gonfaloniere, di un maire dei tempi francesi, di un podestà o di un sindaco. Ma su tutti incombe Firenze che sta dentro e fuori Palazzo Vecchio e che, per il tempo della carica, fa sentire quel signore diverso, nobilitato, come investito di una missione laica, ma profondamente religiosa. I fiorentini, sempre, che fossero quelli di Pietro Leopoldo o dei tempi di facebook, osservano il loro sindaco, lo scrutano, lo criticano anche, questo direi sempre perché fa parte della nostra natura, ma poi lo assolvono o lo condannano proprio su questo. La missione ti è stata data; come l’hai compiuta? S e sei sindaco che esci dalle mura e porti Firenze nel mondo, sei assolto. Sennò stai tra i reprobi. provate a leggerla così questa storia. Rivelerà delle sorprese.
Data recensione: 21/10/2012
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Sandro Rogari