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Indovinate qual è stato il primo argomento di cui si è occupato il primo sindaco di Firenze? Il suo stipendio. E il secondo?

Indovinate qual è stato il primo argomento di cui si è occupato il primo sindaco di Firenze? Il suo stipendio. E il secondo? La pulizia della città. Era il 1782 ma evidentemente le cose non sono cambiate più di tanto.
C’è anche questo nel libro Missione Firenze 1782-2012. Canone inverso (Sarnus edizioni, premessa di Sandro Rogari, presentazione martedì a Palazzo Vecchio) di Luciano Artusi e Roberto Lascarrea che racconta la storia dei primi cittadini della città del Giglio da oggi a ritroso fino al primo Gonfaloniere, carica voluta dai Granduca Lorena per guidare la Comunità, il cui erede è l’attuale Comune. Il Gonfaloniere – nome preso dalle cariche della Fiorenza repubblicana – restava in carica un anno e tra maire napoleonici, podestà fascisti e sindaci scrivono la storia della città, curiosità e aneddoti compresi. Curiosa anche la scelta di iniziare da Matteo Renzi per andare fino al Settecento, a Giuseppe Maria Panzanini, primo Gonfaloniere dell’era moderna, ben 230 anni fa. Tutto parte, dopo i secoli della Repubblica e dei Medici, il 20 novembre 1781 quando Pietro Leopoldo «per grazia di Dio Principe Reale di Ungheria e di Boemia, Arciduca d’Austria, Granduca di Toscana» firma il regolamento della nuova Comunità di Firenze, stretta ancora dentro le mura medievali, compresa l’istituzione della nuova carica che il Panzanini ricoprirà dal primo marzo 1782, seguito dai componenti dell’aristocrazia cittadina, dai Bardi ai Pitti, dagli Antinori ai Guadagni, dai Cerchi ai Pucci. Sarà Gonfaloniere il Barone di Ferro, Bettino Ricasoli, poi primo ministro del Regno d’Italia, sepolto nel suo castello di Brolio dove morì nel 1880 e dove si dice si aggiri ancora il suo fantasma e poco dopo fu Pier Francesco Rinuccini che dovette affrontare la disastrosa piena dell’Arno del 3 novembre 1844, la più grave mai accaduta nella storia prima dell’alluvione del 4 novembre 1966. Col Regno d’Italia nacquero – appunto per regio decreto – i sindaci e il primo fu il conte Guglielmo Luigi Cambray-Digny, che da Gonfaloniere in carica si ritrovò a rimanere in carica con il nuovo nome dal settembre 1865 all’ottobre 1867. Sindaco per definizione di Firenze Capitale d’Italia è Ubaldino Peruzzi, discendente dell’antica famiglia che restò dal 1871 al 1878 e che mise mano anche al suo portafoglio per cercare di mitigare gli effetti economici disastrosi che si abbatterono sulla città con la liberazione di Roma e l’addio del Re e dei ministeri, avvenuto poco dopo il suo insediamento.
Scorrendo le pagine si ritrovano tutti gli avvenimenti della storia fiorentina e si «scopre» che primo sindaco dell’era fascista fu un tecnico, il fisico Antonio Garbasso, vicino al movimento politico di Mussolini e perciò confermato nella carica anche dopo la marcia su Roma e poi podestà. Dal 1928 al 1933 fu podestà il conte Giuseppe della Gherardesca, mentre primo sindaco della Firenze libera fu Gaetano Pieraccini, socialista, designato dal Comitato di Liberazione. Tra qualche commissario prefettizio di troppo, si passa a nomi noti ai fiorentini, Giorgio La Pira, Elio Gabbuggiani, Lando Conti assassinato dalla Br, Giorgio Morales fino a Mario Primicerio e Leonardo Domenici che portò la città nel nuovo millennio ed ha ricoperto due mandati. Ultimo capitolo in realtà ancora da scrivere, quello di Matteo Renzi che da Rignano sull’Arno è arrivato a Palazzo Vecchio. E che punta a Palazzo Chigi.
Data recensione: 20/10/2012
Testata Giornalistica: Corriere fiorentino
Autore: Mauro Bonciani