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C’era una volta un bosco incantato, un bambino seduto con un mago e una principessa intorno a un fuoco a custodire un tesoro carico di «tremendo fascino»

C’era una volta un bosco incantato, un bambino seduto con un mago e una principessa intorno a un fuoco a custodire un tesoro carico di «tremendo fascino»: quello delle tradizioni popolari toscane. Ci sono storie di animali, maghi e fate, ma anche giganti, diavoli, furbi e sciocchi nei due volumi delle «Fiabe toscane» di Carlo Lapucci (Sarnus editore).
L’autore, studioso delle tradizioni popolari, propone una raccolta di storie, apprese da fonti orali, principalmente dal padre Enrico, suo maestro nella fiaba e nella narrazione, il quale, prima della scomparsa, aveva recuperato una memoria capillare della propria infanzia e di quello che allora si tramandava di bocca in bocca, un patrimonio di storie che, grazie alla pubblicazione, è stato così salvato dall’oblio. L’ingente lavoro di ricerca e trascrizione è stato raccolto in due volumi: nel primo sono narrate 18 fiabe di animali, maghi e fate; nel secondo 20 storie dedicate a giganti, diavoli, furbi e sciocchi oltre a 13 favolette brevi.
Un modo concreto per tramandare alle generazioni future le più belle fiabe della tradizione toscana, i cui protagonisti affrontano prove iniziatiche, sorvolando terre che non si trovano sulle carte geografiche, incontrano gravosi ostacoli e validi aiutanti per raggiungere un tesoro finale che ha il colore dell’inevitabile lieto fine.
Data recensione: 28/04/2013
Testata Giornalistica: La Nazione
Autore: Guglielmo Vezzosi