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Il presidente francese François Hollande e Silvio Berlusconi sono solo gli ultimi esempi di politici coinvolti in scandali sessuali che in ogni tempo, dal biblico Re Davide

Il presidente francese François Hollande e Silvio Berlusconi sono solo gli ultimi esempi di politici coinvolti in scandali sessuali che in ogni tempo, dal biblico Re Davide in poi fino a Bill Clinton, hanno fatto tremare le strutture del potere incrinando solide reputazioni. Anche Niccolò Machiavelli, osannato e discusso politico del passato, autore de il Principe e di altri straordinari capolavori, s’è trovato, suo malgrado, coinvolto in un ingarbugliato “Machiavelligate “ che l’ha fatto dannare e imbestialire. Nel maggio del 1510, anno in cui ricopriva l’incarico di Segretario della Repubblica fiorentina, una lettera anonima denunciò certe sue frequenze con una donna di facili costumi, tale Benedetta Riccia. Partendo da questo fatto vero, lo storico fiorentino Francesco Bausi, docente di letteratura italiana all’Università della Calabria, ha scavato dentro il vezzo italico delle denunce anonime e ispirandosi alle lettere private di Machiavelli, immagina che l’uomo politico in tre giorni di tempo – quelli che mancano prima che il suo caso sia esaminato dalla Magistratura fiorentina –, si dia da fare per rintracciare la donna citata nella lettera e istruirla affinché neghi la relazione. Storia e fantasia s’intrecciano in modo rigoroso in “Scandalo Machiavelli – Un intrigo fiorentino” (Sarnus edizioni), e anche se il divertimento è assicurato dalla prosa dello storico che riproduce alla perfezione la parlata fiorentina del tempo, il libro è una profonda meditazione sulla politica italiana e mondiale, che ha sempre le stesse scansioni e gli stessi deragliamenti morali.
Professore, la lettera anonima è autentica?
La lettera è vera, ed è stata scoperta due anni fa nell’archivio di stato di Firenze. Una di quelle denunce messe in apposite cassettine predisposte dal comune, e poi trascritte nei registri. Uno di questi registri con la lettera anonima che riguardava Machiavelli e arrivato sino a noi.
Che cosa successe tra denuncia e assoluzione?
Si conosce il testo della denuncia e poi quello dell’assoluzione che ho riportato nel libro, ma quello che c’è nel mezzo è inventato. Dalle sue lettere però apprendiamo che affettivamente Machiavelli frequentava questa donna e la denuncia – fatta da persona informata –, gli ha fatto correre un rischio non indifferente. Fu assolto perché a quell’epoca aveva il coltello dalla parte del manico: era un uomo di potere e aveva protezioni e amici molto in alto.
Aveva però anche molti nemici?
Tantissimi, perché la politica che lui portava avanti con il capo della Repubblica, il gonfaloniere Soderini, andava contro una classe che da secoli dominava Firenze e intendeva continuare al solito modo, mentre le idee di Machiavelli erano un po’ diverse. Nel racconto alludo all’istituzione dell’esercito cittadino fatto dai cittadini del comune di Firenze, un’idea ritenuta pericolosa e osteggiata in tutti i modi.
Ci furono altre lettere anonime contro di lui?
L’episodio, che rientra nella campagna diffamatoria che ha sempre accompagnato Machiavelli, aveva avuto un precedente. Qualche mese prima era arrivata alla Magistratura un’altra lettera anonima in cui si diceva che il padre non era a posto con il pagamento delle tasse, e per la legge fiorentina dell’epoca, lui Niccolò, non avrebbe potuto ricoprire la carica pubblica di segretario. Non riuscendo a colpirlo con la storia delle tasse, ricorsero alla denuncia sessuale che per i tempi era addirittura più efficace e screditante. Machiavelli riuscì a farla franca, anche se due anni dopo con il ritorno dei Medici al potere, fu licenziato per altre ragioni.
Anche Machiavelli si appellò alla privacy. Tutto il mondo è Paese?
Questa parentesi, in un libro ambientato nel 1510, è un po’ una mia sovrapposizione perché volevo alludere al nostro mondo, certamente peggiore di quello di cinque secoli fa. Tutto il contorno invece è storico specialmente quando parlo di Firenze. L’invasione dei turisti, il degrado e la sporcizia, c’erano allora e ci sono anche oggi.
Un uomo politico del suo livello, come mai aveva un carattere così fragile?
Machiavelli è l’uomo dai due volti: forte nella difesa delle sue idee rivoluzionarie, fragile nelle tentazioni e nei rapporti sentimentali, e per questo, spesso si trova in difficoltà. Ha sempre un doppio aspetto: una maschera sfrontata e sicura di sé e un volto più pensoso offuscato da un tormento personale, un carattere riflessivo e malinconico, un pudore insolito in un uomo. Quasi sempre il volto che mostrava era quello irriverente e non diplomatico, una maschera, un atteggiamento. Per comprendere Machiavelli bisogna leggere le sue lettere private.
Perché?
Mentre molte lettere di grandi personaggi come Petrarca, sono lettere che gli autori hanno riscritto dopo per far arrivare ai posteri un’immagine idealizzata, quelle di Machiavelli sono lettere spontanee che non ha mai riscritto. Le ha mandato ai suoi amici e in esse si mostra per quello che è, sia nella debolezza amorosa ma anche nella paura, incertezze e dubbi: sono la profonda umanità che le sue opere – espressione di un pensiero forte – non fanno vedere. 
Data recensione: 28/01/2014
Testata Giornalistica: La Provincia di Como
Autore: Francesco Mannoni