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“A Firenze facevo i’ trippaio, mi successe un grossissimo guaio: la mi’ moglie, una donna piacente, dava via la trippa per niente.” Con questo vecchio e scherzoso lamento

“A Firenze facevo i’ trippaio, mi successe un grossissimo guaio: la mi’ moglie, una donna piacente, dava via la trippa per niente.” Con questo vecchio e scherzoso lamento che contribuisce a mantenere il buonumore e l’appetito nei vecchi mercati, l’ingegner Roberto Baldini e il giornalista Alfredo Scanzani invitano il lettore a gustare con loro un viaggio diverso nel mondo della trippa e del lampredotto, delle animelle, di tutte quelle frattaglie insomma che da millenni regnano sulle tavole.
Di frattaglie ne accenna addirittura il padre Omero, sulle trippine allo stoccafisso si sofferma il Tommaseo, il Belli, la Scuola Salernitana e le proibizioni del Savonarola (niente trippa e meretrici), senza parlare delle abbuffate di Gargantua e Pantagruel, delle trippaie accusate di stregoneria, dei cuochi del Papa e la busecchia di Dante, dei gusti di Sandokan e del Corsaro Nero, Tommaso da Scarlino, Pratolini, Bargellini, di Dickens e dei ghiotti neoplatonici di Cosimo il Vecchio, fino ai giorni nostri con la scorpacciata di Elisabeth Taylor che fece ritardare le riprese di un film per aver esagerato con la trippa. Dopo aver proibito nella maniera più assoluta di assaggiare la trippa di topo al brandy (diabolica invenzione di uno dei migliori geni della satira italiana che ama meditare pescando in Arno), invitiamo a riprendere il curioso viaggio tra gusti e stravaganze culinarie sfogliando le oltre duecento pagine della ricerca in questione, fino alla meraviglia del lampredotto rock o quello in decolleté.
Baldini e Scanzani non hanno la pretesa d’ esser cuochi raffinati o esperti dell’arte culinaria, ma solo complici della storia e delle storie che trippa e lampredotto, sacre frattaglie, si portano dietro dalla notte dei tempi.
La Bibbia della Trippa invita il lettore a sorridere attraverso inattesi racconti e sorprendenti notizie, una carrellata di sorrisi che si conclude con un sobrio ricettario toscano, così, tanto per onorare ogni provincia della nostra incantevole regione.
Data recensione: 01/05/2016
Testata Giornalistica: Storia & storie di Toscana
Autore: ––