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Ancora un diario di guerra, o meglio di prigionia, a cento anni dalla fine del conflitto europeo e mondiale del 1915-18.

Ancora un diario di guerra, o meglio di prigionia, a cento anni dalla fine del conflitto europeo e mondiale del 1915-18. Anche questo come il precedente (vedi Erba d'Arno n. 154), realizzato dalla Sarnus di Polistampa, Firenze. Lo pubblica, facendo editing, speriamo rispettoso ed onesto, Francesco Giannoni, allora caporale del Regio Esercito, fatto prigioniero nella zona di Trento nel maggio 1916. Merita, di questo soldato fiorentino, un commesso nel Provveditorato agli Studi nella vita civile, seguire le peripezie. Ci conferma a cosa viene ridotto chi si trova a lottare in tutti i modi (ricordiamolo anche oggi) per la sua sopravvivenza, con l'ossessione del cibo continua e martellante. Il libro – che si avvale anche di una presentazione di Riccardo Nencini – ci porta in svariate località dell'Austria Ungheria dove erano situati i campi di concentramento, oppure (ma era una libera scelta del prigioniero) in posti dove si andava a lavorare (nel caso del Giannoini, in Boemia) presso contadini: lì almeno si mangiava. Ma poi, intrapresa per non ritornare al peggio, addirittura una fuga a due. E nel leggerla meraviglia come nelle strade e nella stessa Vienna, questi prigionieri, stando accorti, potessero girare. Un raffronto con quello che si sa delle più rigide condizioni dei prigionieri in Germania nella Seconda guerra del ‘39-45 è inevitabile. I prigionieri – ci racconta Giannoni – ricevevano via via (anche se manomessi dagli stessi italiani addetti allo smistamento) dei pacchi e, sebbene con grandissima difficoltà, della corrispondenza. Se lavoravano avevano una piccola paga. Ma quanti – il diario non ci si sofferma troppo, teso com'è a raccontare la drammatica storia di un singolo – quanti i morti per fame e, nonostante una qualche assistenza sanitaria, per malattia. Il Giannoni si trova infine a fare lavori duri in Slovenia e fra musulmani ai confini della Serbia. Il ritorno dopo la Vittoria è anche quello un'odissea, con l'amarezza a Trieste di constatare come si provvede caoticamente ai rimpatri e di come poi nelle varie tappe del rientro non siano ben accolti, salvo eccezioni, gli ex prigionieri.
Data recensione: 21/12/2018
Testata Giornalistica: Erba d’Arno
Autore: Aldemaro Toni