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Sulle pagine di questo giornale ci siamo occupati, più volte, di biografie di attori e di attrici, per quanto riguarda queste ultime

Sulle pagine di questo giornale ci siamo occupati, più volte, di biografie di attori e di attrici, per quanto riguarda queste ultime ricordiamo le più recenti recensioni dedicate a Lilla Brignone, Mariangela Melato Valentina Cortese, Franca Nuti, Rossella Falk. Lo scopo è quello di scoprire notizie sconosciute o poco note, utili alla storiografia teatrale.
Il volume “Gianna Giachetti attrice”, a cura di Enrico Zoi, lo abbiamo letto col medesimo interesse, non solo per meglio conoscere la storia di un’attrice che ha dedicato al teatro oltre cinquant’anni della sua vita, dove ha fatto di tutto, nel senso che ha lavorato con i maggiori registi, con i maggiori attori, con Compagnie di giro e con Teatri Stabili, praticamente senza fermarsi mai, dal lontano 1957, quando si diplomò all’Accademia D’Arte Drammatica, allora diretta da Orazio Costa e Raul Radice, una intesa che ebbe un lungo periodo di gestazione, al 2016, nel “Berretto a sonagli”, con Sebastiano Lo Monaco.
Per questa sua lunga attività, nel 2015, le fu assegnato, a Sirolo, il prestigioso Premio Enriquez. Il suo debutto avvenne col “Mistero” di Orazio Costa che portò in scena un testo formato da Laudi e Rappresentazioni sacre, ordinate da Silvio D’Amico, che alcuni di noi hanno visto al Teatro Lirico di Milano, a cui seguì, con Giorgio Albertazzi, “L’Angelo di Caino”, di Luigi Santucci, due fiorentini che, se aggiunti a Nora Ricci, Franco Zeffirelli, Mario Ferrero, Mario Bolognini, pistoiese, potevano far pensare, secondo la Giachetti, a un clan toscano, da contrapporre a quello siciliano e napoletano.
Gianna amava la cultura teatrale, ma amava anche la cultura dei luoghi, così quando, giovanissima, le fu offerto di partecipare a “Ifigenia in Tauride”, con Lilla Brignone e Enrico Maria Salerno, la sua gioia fu non solo quella di recitare con due mostri sacri, ma anche di visitare luoghi come Taormina, Selinunte, Segesta, Palazzolo Acreide, luoghi nei quali avvenne la tournée dello spettacolo. Lei amava le lunghe tournée, specie da quando, nazionali, diventarono internazionali, insieme a Compagnie formate da cast strepitosi.
I suoi debutti avevano, come guide, registi di fama, oltre Costa, Visconti, con cui recitò in uno spettacolo che in Italia non replicò certo il successo americano: “Veglia la mia casa, angelo”, con Lilla Brignone, Annibale Ninchi e Corrado Pani, Squarzina, con “Uomo e Superuomo” di Shaw, con Alberto Lionello ed Eros Pagni, De Bosio, con cui lavorò ad una serie di spettacoli, a cominciare da “La resistibile ascesa di Arturo Ui”, con uno strepitoso Franco Parenti, e con Gino Cavalieri che interpretava “il guitto” che insegnava a Hitler come fare i comizi, allestito dallo Stabile di Torino, in occasione del centenario dell’Unità d’Italia. Con De Bosio recitò, da protagonista, nella “Cameriera brillante” e in “La Moscheta” in sostituzione di Edda Albertini.
A proposito del debutto, al Festival Latino di Barcellona, la Giachetti ci racconta un episodio che non conoscevo, dovuto al fatto che la Spagna era governata da Francisco Franco e che, per la Guardia Civil, stavano per arrivare due “pericolosissimi sovversivi”, a Franco Parenti era caduta la tessera del Partito Comunista, all’aeroporto, su cui Gianna si fiondò coprendola con un piede.
Sempre Gianna ci racconta l’episodio del Teatro Bellini di Palermo, diretto da un “sovversivo”, come Parenti, che fu bruciato, mentre erano in tournée col “Don Giovanni” di Molière, regia di Benno Besson.
Gianna Giachetti ha lavorato anche con Eduardo essendo stata Assunta in “Sogno di una notte di mezza sbornia” e Rita nel “Cilindro”.
Fu per lei molto importante il sodalizio con Valli-De Lullo, sia nel “Malato immaginario”, dove era coprotagonista, col personaggio di Tonina, sia nell’Enrico IV, dove era la Marchesa Matilde Spina, sia nella “Locandiera”, firmata Visconti, ripresa da De Lullo, dove era Mirandolina.
La sua lunga carriera continua sotto la direzione di Massimo Castri, nel “Padre” di Strindberg, insieme a Orsini, e ai “Rusteghi”, da Scaparro, in “Vita di Galileo” con Pino Micol, da Pierucci in “Il ferro” di D’Annunzio, da Pietro Carriglio in “Assassinio nella cattedrale”, con Giulio Brogi.
Carriglio la volle anche nella Scuola del Biondo, per il Corso di recitazione.
Gianna ha vissuto la grande stagione del teatro italiano che ritiene ben diversa da quell’impoverimento culturale dell’ultimo decennio, con tanti “teatrucoli e teatrini” che, grazie a piccole sovvenzioni che ormai non si negano a nessuno, lavoricchiano spesso nella completa indifferenza.

Andrea Bisicchia
Data recensione: 19/06/2023
Testata Giornalistica: LoSpettacoliere.it
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