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“Bisogna saper perdere”, cantavano Lucio Dalla e i Rokes a Sanremo nel 1967. Il ritornello torna alla mente col nuovo libro del roccastradino...

“Bisogna saper perdere”, cantavano Lucio Dalla e i Rokes a Sanremo nel 1967. Il ritornello torna alla mente col nuovo libro del roccastradino Andrea Muzzi, 56 anni, attore e comico che ha deciso di raccontare a modo suo “I fuoriclasse della sconfitta” (Sarnus Edizioni). Il libro riprende un tema – quello del fallimento, in particolare nel mondo dello sport – su cui Muzzi ha già lavorato prima con lo spettacolo teatrale “All’alba perderò"e poi con un film con lo stesso titolo uscito nel 2021 e dal successo inatteso per una commedia: ben 28 premi nei festival e oltre quattro milioni di visualizzazioni sulla piattaforma Prime Video. «Ma in realtà il mio interesse per questo tema viene ancora più da lontano», spiega Muzzi. E ricorda quando aveva circa 12-13 anni e fu colpito dalla storia di un calciatore letta su un giornale.”L’articolo riguardava Giancarlo Alessandrelli – dice Muzzi – il portiere e vice di Zoff che si fece cinque anni ininterrotti di panchina poi un giorno fu chiamato a entrare in campo per gli ultimi venti minuti della partita. Non aveva nemmeno i guanti, glieli prestò lo stesso Zoff e prese tre gol». Ma quello che interessa al comico roccastradino non è tanto la débâcle – a volte clamorosa fino a strappare la risata – quanto la capacità di capitalizzare gli errori e trasformarli per diventare persone migliori. E qui scatta anche il ricordo personale: «Io fui l’unico bambino bocciato in prima elementare in provincia di Grosseto e la notizia uscì con la mia foto col grembiulino (non sul Tirreno, ndc.). Volevo un cagnolino invece i miei mi regalarono una capretta nana e non andavo a scuola per passare le giornate ad addestrarla. Alla fine feci troppe assenze e mi bocciarono, però quell’articolo mi fece molto male. Eppure in un certo senso devo ringraziarlo perché dall’anno successivo la capretta fu messa in un recinto, io iniziai a scrivere dei bei temi sulle nostre avventure e le maestre erano contente. Non mi sono bloccato su quel fallimento». Il libro di Muzzi riporta tante storie eclatanti, da Taki Inoue, l’unico unico pilota di Formula 1 ad aver tamponato la safety car durante un Gp ad Adrian Solano, sciatore venezuelano che gareggiò ai mondiali del 1997 in Finlandia cadendo ben 37 volte in quattro minuti. Le vittorie possono essere straordinarie, ma anche le sconfitte non sono da meno. Non a caso la prefazione del libro è firmata da Francesca Corrado, la fondatrice della Scuola italiana di fallimenti «dove a dispetto del nome non si insegna a fallire – precisa Muzzi – ma a usare l’errore come punto di partenza per migliorare». Il libro è fresco di stampa ed è in preparazione un calendario di incontri e presentazioni, tra cui non mancherà sicuramente qualche tappa in Maremma e nella sua Roccastrada, dove Muzzi non è solo l’attore e il personaggio famoso che scrive per artisti come Fabio Canino e Angela Finocchiaro e ha lavorato con Leonardo Pieraccioni e Alessandro Benvenuti, ma il compaesano, l’amico e il figlio dello storico fornaio Alfio, scomparso lo scorso anno.
Data recensione: 24/02/2024
Testata Giornalistica: Il Tirreno
Autore: Sara Landi