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Continua la serie dei “Segnalibro”, libri selezionati per i soci Coop, venduti su tutta la rete con lo sconto speciale del 40 per cento. Si presentano con una robusta rilegatura in “cartonato” e hanno lo stesso formato: quindi nella libreria di

Continua la serie dei “Segnalibro”, libri selezionati per i soci Coop, venduti su tutta la rete con lo sconto speciale del 40 per cento. Si presentano con una robusta rilegatura in “cartonato” e hanno lo stesso formato: quindi nella libreria di casa formano una collana omogenea e riconoscibile.
A ottobre era in offerta il giallo di Giacomo Aloigi “Sabbia in bocca”. A dicembre è la volta di un libro di curiosità toscane, tema graditissimo per i nostri soci.
Girovagando lungo il mare o sulle montagne dalla Versilia alla Maremma, dalla Lunigiana alla Garfagnana, dal Mugello al Valdarno fino al Chianti e alla Val d’Elsa alla ricerca delle sopravvissute credenze e superstizioni, Giorgio Batini ha scoperto una realtà diversa da quella che gli anni Duemila farebbero immaginare. In molte zone della Toscana, soprattutto rurali, sopravvivono tradizioni, miti e leggende, per cui non è azzardato dire che esiste ancora una “Toscana magica”.
Una terra dove la gente indica alcune grotte come “Le Buche delle Fate”, qualche vecchia segna ancora i foruncoli e “leva i bachi” ai bambini, dove una collana di capi d’aglio allontana il malocchio e chi vuol battere un pozzo chiama un rabdomante, mentre per certe malattie il guaritore è ancora preferito al medico. Si tratta di credenze ormai sulla strada del tramonto, di superstizioni destinate a sparire via via che il progresso avanza e si diffonde, la campagna si adegua sempre più al vivere cittadino e le nuove generazioni spazzano via quanto appartiene al passato.
Batini si conferma così il popolare scrittore che ama le vicende singolari, le cose curiose. Non mancano infatti capitoli originali, come quello sulle origini leggendarie delle città toscane: Fiesole fu la prima città europea, Cortona è la “nonna” di Roma, Siena fu fondata dai figli di Remo sfuggiti alla caccia dello zio Romolo e Talamone dagli Argonauti.
Da bravo cronista, Batini riferisce fedelmente quanto ha visto e quanto gli hanno raccontato i toscani, ma non considera verità sacrosante le vicende raccolte in queste pagine che spesso ha scritto col sorriso sulle labbra. E che con lo stesso sorriso vanno lette.
Data recensione: 30/11/2007
Testata Giornalistica: Informatore
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